ROMA – Quindici anni fa la sua ultima festa dell’unità. Oggi il ritorno di Roberto Fico, presidente della Camera, in una piazza di ‘sinistra’ (o presunta tale) per un confronto franco con il capogruppo Pd Graziano Delrio. Aquarius, Tav, acqua pubblica, legge Mancino, carceri più differenze che anomalie tra il M5S e Lega che trovano sintesi in Fico. Grillino della prima ora che non rinnega nessuna delle battaglie fatte prima che il Movimento entrasse in Parlamento e poi diventasse forza di governo.
Nessuno sconto all’alleato Salvini
Evitando di cadere in polemica rispetto alla vicenda legata alla Lega e al rischio che questa debba ‘restituire’ 49 milioni di euro, Fico sulla questione migranti torna all’attacco. “La Lega ha preso rimborsi elettorali, c’è la magistratura. Quando ci sarà la sentenza la Lega dovrà rispettarla”.
Immigrazione
Fico ripropone la propria linea. “Dalla Diciotti dovevano scendere sul territorio italiano il primo giorno – dice tra gli applausi – Diciotti, Aquarius e su una serie di questioni io prendo posizione. Non ero d’accordo con Minniti quando si volevano fare accordi con la Libia, un paese dove non c’è sicurezza, in cui molti sindaci sono collegati alle milizie. Quando diciamo 80% di sbarchi in meno nel 2017 significa che l’ 80% di quelle persone che non sono potute arrivare in Italia sono in territorio libico nei centri di detenzione che sono come lager dove le persone vengono torturate e le donne violentate”. E ancora “Ciò che non tollero è che sull’immigrazione, su queste persone si parli con la pancia e non si diano dati seri, e non si racconti chi sono queste persone perché partono”.
L’attacco a Macron
Sulla Libia e sull’immigrazione le responsabilità della Francia per Fico sono indiscutibili. “Non attacchiamo politicamente la Francia, invece lo dovremmo fare tutti – sostiene – che ci ha lasciato questa situazione in Libia facendo una guerra che nessuno voleva è andata lì unilateralmente . Non dobbiamo polarizzare gli scontri perché alla fine negli scontri tra governi, negli scontri tra tutti a casa o accogliamoli ci rimangono sempre di mezzo le persone, proprio come nelle guerre.
Regolamento di Dublino
Necessario rivederlo partendo dai tre punti indicati dal M5S: se arrivi in Italia arrivi in Europa; corridoi umanitari con i paesi in maggiore difficoltà per accordi di cooperazione bilaterale e hotspot, dove è possibile farli, per analizzare lì le pratiche di asilo politico. “L’Europa è un attore principale per dare una mano – ricorda Fico – ma il regolamento di Dublino, così come firmato anche dall’Italia dai governi precedenti, non va più bene. Secondo me va modificato, non in una linea che va verso i paesi si Visegrad o verso Orban, ma in un’accoglienza per quote dove ognuno fa la sua parte. Se siamo Europa siamo solidarietà”.
Posizioni che spaccano in due il Movimento
Nessuna difesa quando il ministro dell’interno Matteo Salvini ha attaccato Fico dicendogli di ‘stare al suo posto’. Ma per il pentastellato non è un problema. “Non ho bisogno di difesa e di polemica, neanche di rispondere a Salvini dico ciò che penso e so benissimo il M5s. Conosco il mio movimento, quello di cui faccio parte da prima che nascesse”.
Campagna elettorale per le europee
Ad unire Lega e M5S c’è un contratto di governo, per Fico non può esserci alleanza. “Con la Lega lavoriamo su un contratto e non su un alleanza che è cosa diversa – ribadisce – Le europee movimento da solo. Il problema è la scelta. Visegrad e contro interessi nazionali ma con Macron non è diverso dopo quello che hanno fatto a Ventimiglia in Libia e non vogliono neanche ammetterlo. Non ci sono da un lato barbari e dall’ altra persone perbene. Cerchiamo di ricostruire partendo da dove abbiamo sbagliato”.