Fatture false, rinviati a giudizio i genitori di Matteo Renzi

Nell'ambito dello stesso procedimento, è stato rinviato a giudizio anche l'imprenditore Luigi Dagostino, accusato di emissione di fatture false e truffa

© LAPRESSE

FIRENZE – Il gup del tribunale di Firenze, Silvia Romeo, ha rinviato a giudizio Tiziano Renzi e Laura Bovoli, genitori dell’ex premier Matteo Renzi. Entrambi dovranno rispondere dell’accusa di emissione di fatture false da parte di loro società. Nell’ambito dello stesso procedimento, è stato rinviato a giudizio anche l’imprenditore Luigi Dagostino, accusato di emissione di fatture false e truffa.

L’accusa

Le fatture sospette, secondo gli inquirenti, sarebbero due, da 20.000 e 140.000 euro più Iva, e riguarderebbero studi di fattibilità incaricati da Tramor srl, società di gestione dell’outlet della moda The Mall di Reggello (Firenze) alle società dei Renzi, Party ed Eventi 6 nel 2015. Sempre secondo l’accusa, tali operazioni risulterebbero inesistenti. Luigi Dagostino era amministratore della Tramor all’epoca dei fatti. La prima udienza del processo è stata fissata per il 4 marzo 2019. “Era una decisione scontata, da quando abbiamo scelto di chiedere il processo nel marzo 2018”, hanno detto l’avvocato Federico Bagattini e i legali dello studio Miccinesi, che compongono il collegio difensivo dei Renzi. “Vogliamo difenderci in un processo – aggiungono – e non nel tritacarne mediatico, anche perché le fatture ci sono, sono state regolarmente pagate e il progetto per il quale Renzi ha lavorato è in corso di realizzazione. Siamo dunque molto fiduciosi sul merito del procedimento”.

Matteo in silenzio

Non una parola da parte del figlio Matteo, troppo impegnato ieri a diffondere la enews per attaccare il governo gialloverde e discutere dei massimi sistemi. Certo, il momento non è roseo, nè per lui dal punto di vista politico, nè per i suoi familiari dal punto di vista giudiziario. Non solo i genitori sono finiti sotto processo, rischia grosso anche il cognato, accusato di aver intascato soldi destinati all’Unicef per costruirsi una villa di lusso.

La vicenda che coinvolge il cognato dell’ex premier

Scrive Giacomo Amadori per La Verità: “La saga dei 6,6 milioni di dollari, che alcuni parenti di Matteo Renzi avrebbero sottratto ai fondi per i bambini africani, si arricchisce di un nuovo capitolo grazie ad alcuni documenti di cui La Verità è entrata in possesso. Le carte sembrano dimostrare come siano stati utilizzati i soldi inviati all’estero da un conto corrente della Cassa di risparmio di Rimini riconducibile ai Conticini e sottoposto all’attenzione della Procura. Alessandro e Luca sono accusati di appropriazione indebita e autoriciclaggio, mentre il fratello Andrea, il cognato dell’ex premier, è indagato per riciclaggio. Come abbiamo già riferito, i Conticini avrebbero effettuato, via bonifico, investimenti immobiliari in Portogallo tra il 17 novembre 2015 e il 4 aprile 2017. La Procura però, negli avvisi di garanzia, non specifica quali, anche perché non ci risulta siano state effettuate rogatorie nel Paese lusitano. Ma La Verità ha scoperto che il 23 novembre 2015, alle 17 e 18 minuti, sei giorni dopo l’invio del bonifico del 17 novembre, nel registro immobiliare della Conservatoria di Cascais è stato annotato l’ acquisto della spettacolare ‘villa Pandana’ in Travessa Sao Carlos, 200 metri di area coperta e 1.215 di area scoperta. Gli acquirenti sono Alessandro Conticini e la moglie francese Valérie Quéré, i quali, ci informa l’atto, hanno scelto come regime patrimoniale la comunione dei beni”.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome