Bancarotta Ste: attesa per oggi la sentenza per Verdini e per i membri del Cda

E' attesa per oggi sentenza del processo sul fallimento della Ste. Si tratta della società editoriale che editava 'Il Giornale della Toscana'

Foto Fabrizio Corradetti / LaPresse 26/10/2017 Roma (Italia) Denis Verdini esce dal Senato dopo il voto finale sul Rosatellum Nella foto: Denis Verdini Ph Fabrizio Corradetti / LaPresse 26/10/2017 Rome (Italy) Denis Verdini esce dal Senato dopo il voto finale sul Rosatellum In the pic: Denis Verdini

FIRENZE (LaPresse) – Bancarotta Ste: attesa per oggi la sentenza per Verdini e per i membri del Cda. E’ attesa per oggi sentenza del processo sul fallimento della Ste. Si tratta della società editoriale che editava ‘Il Giornale della Toscana’. In pratica l’inserto regionale del quotidiano di Milano.

Bancarotta Ste, ecco chi son gli imputati

Tra gli imputati l’ex senatore di Ala, Denis Verdini, e i membri del Cda. Per Verdini il pm Luca Turco ha chiesto una condanna a tre anni, mentre per l’ex amministratore delegato Pierluigi Picerno 2 anni e sei mesi, 2 anni per l’ex presidente del consiglio di amministrazione, il principe Girolamo Strozzi Majorca Renzi, e gli ex consiglieri Massimo Parisi, anch’egli ex parlamentare di Ala, ed Enrico Luca Biagiotti. Il ‘Giornale della Toscana’ cessò le pubblicazioni nel 2012.

Due anni dopo, il 5 febbraio 2014, la società venne dichiarata fallita dal tribunale. Secondo l’accusa l’ex senatore, indicato come l’amministratore di fatto della Ste, è stato responsabile del crac insieme agli altri imputati. Sempre secondo l’accusa, la Ste, già in perdita, sarebbe stata svuotata di 2,6 milioni di euro, con un’operazione che non avrebbe avuto ragione economica. Somma che, secondo le indagini della guardia di finanza, sarebbe finita su conti correnti di Verdini e di Parisi. Secondo la difesa di Verdini, quel depauperamento avvenne 10 anni prima del fallimento della Ste e comunque sarebbe stato seguito da un atto riparatorio dello stesso ex senatore con cui sarebbero stati compensati i debiti.

Verdini l’11 aprile scorso aveva reso dichiarazioni spontanee davanti al giudice sostenendo di aver “solo dato a questo giornale, l’ho sempre fatto, dall’inizio alla fine, per tenerlo in vita” e di provare “enorme dispiacere perché con un debito sanato e lo sforzo fatto siamo arrivati lo stesso al fallimento” causato “dalla sospensione dei contributi pubblici di 2,5 milioni all’anno”.

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