ROMA – Nel giorno in cui si ricordano le 43 vittime del crollo del ponte Morandi di Genova, a un mese dalla tragedia, è polemica tra istituzioni sul Decreto ‘Salvaintese’. Il governatore ligure Giovanni Toti non fa sconti al governo pentaleghista pur riconoscendo che questo è stato presente fin dal primo momento. L’appello alla Lega: “Faccia sentire la propria voce”
La polemica
Da berlusconiano, Toti non può allinearsi del tutto sulle posizioni del governo. Soprattutto in un momento che vede in forte difficoltà Fi e il suo leader. E da una ‘botta al cerchio e una alla botte’. “Se ci lasceranno lavorare la città avrà il ponte nel 2019 – promette e avverte – Chiunque voglia combattere battaglie diverse, chi ritarderà anche solo di un’ora per battaglie ideologiche legittime o illegittime per strade politiche e peggio ancora per convenienza che non voglio immaginare si assumerà la responsabilità”.
L’appello alla Lega
Toti non le manda a dire e agli alleati di tante battaglie, ma ‘traditori’ in quella per il governo, dice a chiare lettere: “Spero la Lega faccia sentire la propria voce, governa con noi in Liguria e con i 5 Stelle a Roma. Ma è sempre stata al nostro fianco sulle grandi opere, sull’autonomia locale. Credo tutti i leghisti debbano far capire che qui decidono i liguri”.
Le perplessità sul decreto
“Il decreto Salvaintese può essere utile – spiega Toti – non voglio fare polemiche con un governo che c’è stato nei giorni della tragedia e c’è oggi con Conte. Credo che le istituzioni locali avrebbero dovuto essere ascoltate di più e dovrebbero essere ascoltate di più. Mi auguro che da oggi vengano ascoltati. Penso che all’interno del decreto ci siano alcuni spunti e alcune gigantesche mancanze: non sappiamo chi costruirà il ponte né da dove si comincia. Il tema non è Fincantieri si Fincantieri no, ma di chisarà il ponte quando la Procura lo dissequestrerà chi darà il via ai cantieri, chi pagherà gli indennizzi per gli sfollati, mancano le risposte”.
No alle battaglie ideologiche
La posizione dei pentastellati sulle grandi opere preoccupa Toti che si dice disposto a “sposare qualsiasi idea di questo governo purché non ci faccia perdere un’ora, non sono disposto a trascinare Genova e la Liguria in battaglie ideologiche che non mi riguardano”. Nei fatti, al di là dell’impegno del governo, sul decreto Salvaintese, per Toti restano grandi perplessità.