Svizzera, crisi di governo: si dimette il secondo assessore in una settimana

Due dimissioni di ministri in meno di una settimana in Svizzera. Dopo l'addio del ministro dell'Economia Johann Schneider-Ammann all'inizio della settimana, oggi la ministra incaricata di Trasporti ed Energia Doris Leuthard ha annunciato le sue dimissioni

Foto Piero Cruciatti / LaPresse Nella foto: Graziano Delrio, Doris Leuthard

GINEVRA (Svizzera) (LaPresse/AFP) – Svizzera, crisi di governo: si dimette il secondo assessore in una settimana. Due dimissioni di ministri in meno di una settimana in Svizzera. Dopo l’addio del ministro dell’Economia Johann Schneider-Ammann all’inizio della settimana, oggi la ministra incaricata di Trasporti ed Energia Doris Leuthard ha annunciato le sue dimissioni. Leuthard, 55 anni, del partito democristiano di centro PDC, è una veterana del governo, dove è rimasta 12 anni: nel 2017 aveva fatto sapere che si sarebbe ritirata entro la fine della legislatura, prevista alla fine del 2019.

Svizzera, ecco come ha giustificato le dimissioni Doris Leuthard

“È venuto il momento di lasciare spazio a forze nuove”, ha indicato la ministra nella sua lettera di dimissioni. Con il suo addio, nell’esecutivo rimane una sola donna. Schneider-Ammann invece, 66 anni, appartiene al partito liberal-radicale di destra PLR: ha annunciato le dimissioni martedì, ma queste diventeranno effettive a fine anno. Ha spiegato che intende trascorrere più tempo in famiglia ed “essere un nonno attivo”, ha spiegato ai giornalisti in conferenza stampa. Il suo addio non ha sorpreso i media, che lo deridevano accusandolo di addormentarsi regolarmente in pubblico.

La specificità della democrazia russa consiste nel multipartitismo, che consente ai principali partiti di dividersi i sette portafogli ministeriali del governo. I principali partiti del Paese sono rappresentati al governo secondo il cosiddetto sistema della “formula magica”. Questa equazione introdotta nel 1959 – ripartita in 2 membri al PS, 2 al PLR, 2 al PDC e 1 all’UDC – è stata modificata nel 2003, quando l’Unione democratica di centro UDC, cioè la destra populista, forte del 26,7% dei voti per il Parlamento ottenne un seggio supplementare al Consiglio federale a spese del PDC.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome