Estorsione per ‘Cosa Nostra’. Taglieggiato un imprenditore: due arresti

Dopo indagini durate oltre un anno, i carabinieri della locale compagnia hanno arrestato due uomini accusati di estorsione. Avrebbero vessato costantemente per oltre un anno il gestore di uno stabilimento balneare nella zona di Trabia

TERMINI IMERESE – Apparterrebbero ad un’organizzazione criminale operante nel territorio i due uomini arrestati questa mattina a Trabia. Sono stati i carabinieri della compagnia locale a stanarli con l’accusa di estorsione.

Le indagini e i provvedimenti

I militari dell’Arma hanno infatti dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere che era stata  emessa, su richiesta della Dda, dal giudice per le indagini preliminari di Palermo. I destinatari del provvedimento attuato questa mattina sono stati Antonino Teresi, 57 anni, e Pietro Erco, 56 anni. Sono stati infatti entrambi accusati di diversi episodi ai danni di un’attività locale. Nello specifico gli avvenimenti a cui si è fatto riferimento sono stati un’estorsione e una tentata estorsione entrambe aggravate dall’utilizzo del metodo mafioso.

Le accuse

I due avrebbero infatti agito  con l’obiettivo di agevolare l’attività criminale di Cosa Nostra. Le lunghe indagini portate avanti dalle forze dell’ordine sono iniziate a maggio dello scorso anno. Su richiesta dell’imprenditore che aveva di fatto sulle sue spalle la costante pressione di quegli uomini. Che, a quanto pare, non lo avrebbero lasciato tranquillo se non avesse accettato quanto da loro imposto. Gli inquirenti hanno così voluto tenuto d’occhio quanto stava accadendo all’imprenditore di Trabia. L’uomo, gestore di uno stabilimento balneare, era stato ‘pressato’ perché concedesse all’organizzazione criminale il controllo del parcheggio adiacente l’attività.

Il modus operandi dell’organizzazione

Secondo quanto raccolto dai carabinieri, i due arrestati avrebbero concesso un’alternativa all’imprenditore. Vale a dire versare al termine della stagione estiva una cospicua somma di denaro derivante dalla gestione di quel parcheggio. E quasi come già fossero padroni di quell’area, i due soggetti coinvolti secondo le testimonianze della vittima si sarebbero recati diverse volte in quello stabilimento balneare usufruendo di servizi senza mai pagare. Un atteggiamento quasi di sfida nei confronti dell’imprenditore che, sin dal primo contatto con i due, si era sempre rifiutato di pagare il ‘pizzo’.

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