Washington (LaPresse/AFP) – Un tempo era “l’uomo razzo”, ora è “l’innamorato” che gli scrive “magnifiche lettere”. Il presidente Donald Trump ha parlato in West Virginia, a un comizio a sostegno di candidati locali del Gop alle elezioni, del suo rapporto con il leader nordcoreano, Kim Jong-un, che un tempo considerava uno dei più acerrimi rivali e a cui ora sta tentando di far rinunciare a qualsiasi ambizione atomica. “E poi ci siamo innamorati, cioé non letteralmente, ok? Mi ha scritto delle belle lettere, delle magnifiche lettere. Ci siamo innamorati”, ha dichiarato Trump parlando ai sostenitori. Kim guida uno dei Paesi più repressivi al mondo per la sua popolazione, con diffuse violazioni dei diritti umani.
Solo un anno fa, dal palco dell’Assemblea generale delle Nazioni unite a New York, lo stesso magnate repubblicano minacciava di “distruggere totalmente” la Corea del Nord e definiva Kim “uomo razzo”. Il nordcoreano rispose a tono, descrivendolo in risposta come “un megalomane mentalmente disturbato”. Nell’agosto scorso, dopo che i media americani diffusero la notizia che Pyongyang aveva miniaturizzato una testata nucleare per piazzarla sui missili, Trump minacciò il Paese. Niente minacce agli Usa o avrebbe affrontato “fuoco e furia come il mondo mai ne ha visti”. Kim parlò delle sue frasi come dei latrati di un “cane rabbioso”.
Il presidente degli Stati Uniti elogia Kim Jong Un
Quest’anno, a margine della stessa assemblea dei leader mondiali, Trump ha invece elogiato le qualità del dittatore di Pyongyang, che ha incontrato a Singapore nell’estate in uno storico summit per discutere della questione nucleare e degli armamenti. “Il presidente Kim è stato veramente molto aperto e, onestamente, è stato formidabile”, ha detto.
Un secondo summit è in previsione “abbastanza velocemente” secondo Trump e il segretario di Stato, Mike Pompeo, andrà di nuovo nel Paese per organizzarlo. E già mercoledì Trump aveva parlato di aver ricevuto una “lettera straordinaria” dal leader nordcoreano, esprimendo il proprio ottimismo sui negoziati sulla denuclearizzazione. Per gli analisti, però, al di là della retorica, sinora in quei negoziati non ci sono stati progressi concreti. E all’Onu il ministro degli Esteri di Pyongyang, Ri Yong-ho, ha affermato che “non esiste” la possibilità che il suo Paese si disarmi per primo, sino a quando Washington insisterà come sta facendo per l’applicazione di sanzioni nei suoi confronti.