ROMA (LaPresse) – Squadra che vince non si cambia e, anzi, raddoppia. Un anno dopo la sottoscrizione dell’accordo tra Confindustria e Ubi Banca. Per sostenere le imprese impegnate nei processi di innovazione e trasformazione digitale. Per l’intesa arriva il bis, con nuove sinergie mirate a favorire la crescita e l’accesso ai mercati dei capitali.
L’accordo di Confindustria
Le cifre sono importanti. Il protocollo, prorogato fino al dicembre 2020, prevede un plafond da 1 miliardo di euro. Finalizzato a concedere finanziamenti a medio e lungo termine alle aziende che investono in ricerca, sviluppo e innovazione.
Intesa con Ubi Banca
“L’accordo riafferma ancora una volta il nostro impegno, condiviso con Ubi, nella creazione di un rapporto banca-impresa in grado di accompagnare l’industria italiana nelle nuove sfide competitive dell’innovazione e della trasformazione digitale“. Lo spiega il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia – Il Piano Industria 4.0 ha dimostrato la sua efficacia sull’economia reale e ha contribuito a far ripartire crescita e investimenti”.
Molto soddisfatta anche la presidente del Consiglio di Gestione di Ubi, Letizia Moratti. “Abbiamo raggiunto risultati importanti e vogliamo consolidare questa collaborazione ampliando la platea degli strumenti a disposizione per la crescita delle imprese. Welfare aziendale, responsabilità sociale di impresa e sviluppo delle filiere 4.0”.
Risorsa digital hub
Ma nell’accordo, firmato ufficialmente a Viale dell’Astronomia, c’è molto di più. Infatti con il progetto del Digital Innovation Hub sono stati messi a disposizione delle imprese esperti dedicati al finanziamento di progetti di trasformazione digitale, oltre ad una consulenza sull’accesso ai fondi europei e alle agevolazioni previste dal Piano Nazionale Industria 4.0.
L’associazione degli industriali ha avviato un programma di formazione, con esperti dedicati, per sviluppare progetti in linea con innovazione e digitalizzazione. I DIH coinvolti sono quelli di Lombardia (comprese le associazioni territoriali di Bergamo e Brescia), Marche, Piemonte e Umbria. L’asse industriali-banche si rafforza: ora sarà compito delle aziende italiane sfruttare la chance.