Trento, medico rifiuta di curare immigrato: l’Ordine valuta sanzioni disciplinari

Il paziente aveva il permesso di soggiorno scaduto. Salvini difende il dottore: "Ha fatto bene, non possiamo dimenticare l'esigenza di contrastare l’immigrazione clandestina"

LaPresse/Stefano Cavicchi

TRENTO – Dovrà darne conto all’Ordine dei medici, il camice bianco che si è rifiutato di curare un marocchino col permesso di soggiorno scaduto e che poi ha anche denunciato il paziente ai carabinieri.

L’Ordine dei medici ha avviato attività disciplinari nei confronti del dottore. “Quando si parla di salute – il commento del presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, Filippo Anelli – non abbiamo bisogno di tifosi”.

“I medici devono rispettare, oltre alle leggi, le regole del Codice deontologico” 

“Ha fatto bene l’Ordine ad avviare l’attività disciplinare nei confronti del medico – aggiunge Anelli – sia perché così facendo il medico ha modo di fornire la sua ricostruzione dei fatti, sia per tutelare un principio”. “I medici – continua il presidente – devono rispettare, oltre alle leggi, le regole del Codice deontologico, e secondo tali regole deve essere valutato il loro comportamento”. L’immigrato era stato già respinto dal medico di base, proprio a causa del permesso di soggiorno scaduto. L’episodio ha fatto indignare buona parte del mondo della medicina, non quello della politica.

Salvini: “Solidarietà al medico”

Sul caso è intervenuto anche il ministro degli Iterni, Matteo Salvini.

“Solidarietà al medico di Trento che ha segnalato ai carabinieri un immigrato marocchino irregolare”, ha detto il leader della Lega.

Ha fatto bene. Abbiamo il dovere di garantire cure mediche a tutti, ma non possiamo dimenticare l’esigenza di contrastare l’immigrazione clandestina”. 

Stesso pensiero condiviso da Gianantonio Da Re, esponente di spicco del Carroccio nel Nord-est: “Oltre ad esprimergli la mia solidarietà, aggiungo che è un esempio da seguire anche per i medici. Chi arriva in Italia si deve poter riconoscere: se fosse un camorrista, un mafioso, un ricercato? Cosa facciamo, lo curiamo senza avvertire le autorità?”.

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