Le due strategie di Renzi: candidarsi o far ‘non vincere’ Zingaretti
Una affermazione netta di Nicola Zingaretti si tradurrebbe in una definitiva scomparsa del renzismo e dello spazio politico per Matteo Renzi. L’ex premier lo sa e vuole scongiurarlo. Un po’ di consenso e un pezzo di partito organizzato Renzi lo possiede ancora e ne vuol fare buon utilizzo. O proponendo un terzo candidato, non competitivo ma forte o spingendo Maurizio Martina alla candidatura. La missione è non far raggiungere il 50% a Zingaretti, cosa che con tre candidati in campo è più che possibile. Sarebbe una vittoria mutilata quella del governatore del Lazio tale da non far scomparire dalla scena l’ex segretario. Oppure, ipotesi sempre più lontana ma da non escludere conoscendo il personaggio, Renzi potrebbe decidere di candidarsi in prima persona. Casomai dopo un ‘bagno di folla’ in casa sua alla Leopolda.
I dubbi di martina: candidarsi o meno?
“Mi candido, non mi candido, mi candido, non mi candido”. Nella testa di Maurizio Martina, dopo aver riempito piazza del Popolo la settimana scorsa, queste parole staranno ronzando in continuazione. L’attuale segretario Pd potrebbe cercare di legittimarsi candidandosi in prima persona al Congresso, raccogliendo quanto di buono fatto fino ad ora. E con dalla sua l’organizzazione del Pd. Una ipotesi da non scartare e che cambierebbe completamente gli equilibri del Pd. Nel bene come nel male.
Damiano: “La mia candidatura è in campo”
“Non escludo la mia candidatura, meglio: la mia candidatura è in campo. Ma da questa assemblea lancio una proposta, un appello in primo luogo a Nicola Zingaretti e poi a tutti coloro che si candidano nell’area di sinistra del Pd per ridare al partito forte radicamento popolare”, con un tweet Cesare Damiano si candida. Ma probabilmente è una candidatura a tempo, per smuovere le acque e prendere spazio nel partito. Da ritirare in futuro per appoggiare, con un peso specifico diverso, uno dei competitor con speranza di vittoria.
Linea politica cercasi