Congresso Pd, la strategia di Renzi: non far vincere nessuno. In campo anche Cesare Damiano

Foto Fabio Sasso /LaPresse
Da un lato Nicola Zingaretti e dall’altro Matteo Richetti. Ed ora anche Cesare Damiano. Per ora. Perché sul prossimo congresso del Partito Democratico c’è sempre l’ombra lunga di Matteo Renzi che incombe. Fare previsioni di qualsiasi genere senza conoscere le reali intenzioni del senatore di Firenze è impossibili. Così come non è da escludere una candidatura di Maurizio Martina, che andrebbe a raccogliere il consenso costruito dopo la chiamata in piazza di domenica scorsa.
Le due strategie di Renzi: candidarsi o far ‘non vincere’ Zingaretti

Una affermazione netta di Nicola Zingaretti si tradurrebbe in una definitiva scomparsa del renzismo e dello spazio politico per Matteo Renzi. L’ex premier lo sa e vuole scongiurarlo. Un po’ di consenso e un pezzo di partito organizzato Renzi lo possiede ancora e ne vuol fare buon utilizzo. O proponendo un terzo candidato, non competitivo ma forte o spingendo Maurizio Martina alla candidatura. La missione è non far raggiungere il 50% a Zingaretti, cosa che con tre candidati in campo è più che possibile. Sarebbe una vittoria mutilata quella del governatore del Lazio tale da non far scomparire dalla scena l’ex segretario. Oppure, ipotesi sempre più lontana ma da non escludere conoscendo il personaggio, Renzi potrebbe decidere di candidarsi in prima persona. Casomai dopo un ‘bagno di folla’ in casa sua alla Leopolda.

I dubbi di martina: candidarsi o meno?

“Mi candido, non mi candido, mi candido, non mi candido”. Nella testa di Maurizio Martina, dopo aver riempito piazza del Popolo la settimana scorsa, queste parole staranno ronzando in continuazione. L’attuale segretario Pd potrebbe cercare di legittimarsi candidandosi in prima persona al Congresso, raccogliendo quanto di buono fatto fino ad ora. E con dalla sua l’organizzazione del Pd. Una ipotesi da non scartare e che cambierebbe completamente gli equilibri del Pd. Nel bene come nel male.

Damiano: “La mia candidatura è in campo”

“Non escludo la mia candidatura, meglio: la mia candidatura è in campo. Ma da questa assemblea lancio una proposta, un appello in primo luogo a Nicola Zingaretti e poi a tutti coloro che si candidano nell’area di sinistra del Pd per ridare al partito forte radicamento popolare”, con un tweet Cesare Damiano si candida. Ma probabilmente è una candidatura a tempo, per smuovere le acque e prendere spazio nel partito. Da ritirare in futuro per appoggiare, con un peso specifico diverso, uno dei competitor con speranza di vittoria.

Linea politica cercasi

Per ora il grande assente è la linea politica. Lo stesso Damiano, lanciando la sua candidatura, fa un appello a tornare a parlare di temi e di politica. Da un lato Zingaretti, che propone un campo più largo e qualcosa più di sinistra. Ma non certo quella credibilità di proposta unita alla radicalità che impone la fase necessari a raddrizzare il Pd. Ed anche la migranza del ceto politico fino ad ora renziano non gli fa certo bene. Dall’altra Richetti, che insiste su un partito fondato solo sulle primarie ed una gioventù non meglio specificata. Insomma, ad oggi, nessuno riesce ad individuare una lina politica vera da mettere in campo.–

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