NAPOLI – Accoltellato al petto nella notte. E’ morto Raffaele Perinelli, calciatore di 21 anni in attesa di trovare un altro ingaggio. Il giovane è stato raggiunto da una coltellata al petto. E’ deceduto nella notte all’ospedale Cardarelli di Napoli, dove era stato trasportato d’urgenza. Poco dopo il decesso dell’ex giocatore di Gragnano e Turris (squadre napoletane che militano da anni in Serie D), ai carabinieri di Casoria si è costituito il presunto assassino.
La confessione
Si tratta di un venditore ambulante di 31 anni, residente a Miano, nello stesso quartiere della vittima. L’uomo ha raccontato di aver avuto una lite con Perinelli una settimana fa all’esterno di una discoteca. Da allora aveva sempre con sé un coltello. Secondo quanto da lui affermato, ieri sera quell’arma è stata utilizzata per colpire al petto il calciatore. L’episodio sarebbe avvenuto al termine di un altro alterco. Il 21enne e il 31enne si sono incrociati nel loro quartiere. Il calciatore viaggiava in sella a uno scooter, il presunto assassino a bordo di un’automobile.
La ricostruzione
I due hanno litigato di nuovo. Strascichi dell’alterco della settimana scorsa. La lite, però, è sfociata nel sangue, perché, da quanto racconta il 31enne, ha utilizzato il coltello che aveva con sé. La lama ha trafitto il petto. Inutile la corsa in ospedale. Perinelli non ce l’ha fatta. Poco dopo il decesso dell’atleta, ai carabinieri di Casoria si è presentato il 31enne accompagnato dal suo avvocato. “Da quando abbiamo litigato una settimana fa avevo sempre con me un coltello – ha dichiarato agli investigatori – avevo paura. Purtroppo ci siamo azzuffati di nuovo e l’ho colpito al petto. Ho rovinato due vite. La mia e la sua”. Non si fermano le indagini delle forze dell’ordine, le quali stanno scavando nel passato della vittima e del suo presunto carnefice. Il 31enne è un venditore ambulante, per il momento non sono emersi precedenti penali. Perinelli, invece, è andato incontro allo stesso destino del padre, ucciso in un agguato di camorra. Era un esponente del clan Lo Russo. Pare, però, che il 21enne abbia fatto di tutto per allontanarsi dalla malavita. Purtroppo non è bastato per evitare la morte a un’età così giovane.