Alitalia, da Fs porta socchiusa: “Valuteremo le proposte”

Il 31 ottobre scade il termine per la cessione dell'azienda

Foto Filippo Monteforte AFP

ROMA (LaPresse) – Se Alitalia è in fase di atterraggio, il treno Fs per il momento rimane in fermo in stazione con le porte ‘semiaperte’. Il 31 ottobre scade il termine per la cessione dell’azienda e non si fermano i rumour sul possibile ingresso di Ferrovie dello Stato nell’ex compagnia di bandiera.

Fs non chiude le porte ad Alitalia, si valuteranno le proposte

Il neo ad Gianfranco Battisti in ogni intervento pubblico deve infatti destreggiarsi sulla questione e anche stavolta arriva una frase aperturista: “Non è ancora stato prospettato l’ingresso, lo stiamo valutando. Nel caso ci fosse un coinvolgimento, valuteremo in maniera attenta che tipo di coinvolgimento ci viene chiesto”. Ancora dubbi? Il mantra del dirigente Fs rimane lo stesso: le operazioni finanziarie saranno valutate “qualora potessero rappresentare un’opportunità e quando si presenteranno. Al momento non abbiamo operazioni finanziarie in campo”.

Punto e a capo, perché due giorni dopo l’audizione dei commissari straordinari in Senato era spuntata addirittura la voce di una lettera d’intenti delle Ferrovie su Alitalia. Missiva, ça va sans dire, smentita da Battisti.

Il prestito scade a fino anno

L’idea governativa sul tavolo rimane quella della costituzione una nuova azienda, una Newco, partecipata da diversi gruppi. Nell’attesa ovviamente che qualche partner europeo o di oltreceano presenti una proposta interessante per la nuova Alitalia con il 51% in mano allo Stato. Il tempo intanto stringe: 15 dicembre scade la restituzione del prestito da 900 milioni, con l’ipotesi di proroga di sei mesi ancora sul tavolo nonostante le perplessità dei commissari.

Il vicepremier incontrerà venerdì i sindacati 

Secondo il ministro del Lavoro Luigi Di Maio, che venerdì 12 ottobre incontrerà i sindacati dei lavoratori, si potrebbe convertire una parte della somma prestato dallo Stato “in equity e un’altra parte da raccogliere sul mercato con gli attori privati”. Esattamente come per Ilva, per Alitalia rimane il botta a risposta a distanza con il predecessore al Mise Carlo Calenda che parla di “proposta folle”, perché “andava fatto l’accordo con Lufhtansa”. L’auspicio per l’ex compagnia di bandiera è che tutto si concluda positivamente.

di Alessandro Banfo

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