Mafia, busta con proiettile al Procuratore di Caltanissetta

Il magistrato sta coordinando diverse inchieste delicate, tra cui quella sul cosiddetto 'sistema Montante'

MILANO (LaPresse) – Una busta con un proiettile destinata al procuratore capo di Caltanissetta, Amedeo Bertone, è stata trovata al Palazzo di giustizia della città siciliana. Il procuratore Bertone sta coordinando diverse inchieste delicate. Tra cui quella sul cosiddetto ‘sistema Montante’. E sulle stragi di Palermo per la morte di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Sulla vicenda sta indagando la Procura di Catania. Che è competente per territorio.

Busta con proiettile indirizzata al procuratore Bertone

La busta contenente il proiettile è stata aperta tre giorni fa dal procuratore di Caltanissetta, Amedeo Bertone. La missiva, però, era arrivata il giorno precedente in Procura. Ma il magistrato non l’aveva aperta. Perché era impegnato in alcuni interrogatori. Sono scattate immediatamente le indagini. E che inizialmente sono state svolte dalla Squadra Mobile di Caltanissetta. Prima che il fascicolo passasse alla Procura di Catania. Che è coordinata dal procuratore Carmelo Zuccaro, competente per territorio.

Un tentativo di condizionamento

“Il proiettile e la lettera di minacce recapitati al collega Amedeo Bertone rappresentano l’ennesimo tentativo di condizionare l’azione dei magistrati. Mediante condotte intimidatorie gravi e vili. Il ripetersi di episodi analoghi ci preoccupa molto. Trattandosi di fatti che meritano massima attenzione e che non devono essere sottovalutati. Nell’assicurare che la magistratura proseguirà sempre con rigore e serietà lo svolgimento dei propri compiti. E che ogni tentativo intimidatorio finalizzato ad orientarne l’azione sarà vano. A nome dell’Anm esprimo la più sentita solidarietà al Procuratore Bertone”. Lo dice il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, Francesco Minisci.

Solidarietà dal vicepremier Salvini

“Solidarietà al procuratore capo di Caltanissetta, Amedeo Bertone. In un Paese civile non sono ammissibili minacce. Soprattutto se gravi come un proiettile infilato in una busta. Due giorni fa era successo anche al presidente dell’Antimafia Claudio Fava. Sono episodi che mi danno ancora più forza per contrastare i criminali”. Così il ministro dell’Interno Matteo Salvini in una nota.

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