TRENTO – Esplosa, nella notte, una bomba carta davanti alla sede della Lega ad Ala in Trentino dove stasera interverrà il ministro dell’Interno Matteo Salvini. Le parole di buonsenso e l’appello ad abbassare i toni e aspettare il risultato finale sul Def pronunciate da Mario Draghi, presidente della Bce, rischiano di infrangersi contro il clima di tensione che si sta creando nel Paese e tra il governo pentaleghista e l’Europa.
Lega sotto attacco
Un benvenuto col ‘botto’ per Salvini che stasera sarà ad Ala per una tappa del tour elettorale in vista della elezioni provinciali del 21 ottobre. L’esplosione della bomba carta, avvenuta verso le 2 di questa notte, ha mandato in frantumi la vetrina della sede della Lega. Stando al presidente della Provincia di Trento, Ugo Rossi, ha raccontato, che da quanto riferitogli dal Commissariato del Governo e della Questura, sono stati identificati e denunciati i due responsabili del lancio. “Ancora fischia il vento” è la firma comparsa di fronte alla sede.
Il richiamo agli anni di piombo
Così lo definisce Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato. “Questo è terrorismo – avverte – Non sottovalutiamo quanto sta accadendo, rischiamo un ritorno degli anni di piombo. Prima erano scritte spray, odiose ma innocue, poi proiettili e bossoli inviati con lettura, inquietanti ma innocui, poi gli assalti a banchetti e gazebo, questi meno innocui, con militanti finiti anche al pronto soccorso”.
“Adesso siamo arrivati agli ordigni esplosivi. Tre in tre mesi – ricorda Calderoli – a luglio nella nostra sede trevigiana di Villorba, a settembre in quella di Cremona, questa notte una bona carta che ha devastato la nostra sede ad Ala in Trentino dove oggi è atteso Salvini. Parliamo di una bomba, qualcuno se ne rende conto? Tre bombe in tre mesi. E per fortuna non c’è scappato il morto, non ancora. Intanto – conclude – auspico la massima severità con i responsabili di questi attentati alle nostre sedi perché chi fa esplodere le bombe non è un oppositore politico ma è un terrorista e come tale va trattato, sbattendolo in galera per molti anni”. Le opposizioni prendono le distanze dall’accaduto.
Abbassare i toni dello scontro
In questo momento, più che in precedenza bisognerebbe sedare gli animi ed evitare di trasformare la politica in un campo di guerra da cui rischiano di uscire tutti sconfitti. Per Draghi, non è il caso che governo ed Europa continuino a battere il sentiero delle accuse al vetriolo. Bisogna aspettare che la manovra di bilancio dei pentaleghisti, finita sotto accusa fin dalla sua fase embrionale, venga alla luce definitivamente e nel frattempo evitare di esacerbare gli animi.
“Credo si debbano abbassare i toni prima di tutto – ammonisce Draghi – Secondo, dobbiamo aspettare i fatti. Dobbiamo aspettare come questa manovra viene fuori esattamente”. Un appello accorato all’Italia e all’Europa. “L’invito ad abbassare i toni è a tutte le parti, non solo all’Italia – termina – Non bisogna drammatizzare. Sono ottimista su un accordo, bisogna stare tranquilli, abbassare i toni e avere fiducia in un compromesso”.