Khashoggi torturato e ucciso, spuntano nuovi video e audio. La Turchia verso l’isolamento

E' stato assassinato nel consolato saudita a Istanbul per ordine dei più alti livelli della corte reale

Security guards stand outside the entrance of the Saudi Arabia's consulate in Istanbul, on October 12, 2018. - A Saudi delegation has arrived in Turkey for talks on missing journalist Jamal Khashoggi, officials said on October 12, with Riyadh and Ankara sharply at odds over how he disappeared last week from the kingdom's Istanbul consulate. (Photo by Yasin AKGUL / AFP)

RIAD – Il dissidente saudita Jamal Khashoggi, editorialista del Washington Post e critico nei confronti di Riad, è scomparso dopo essere entrato martedì scorso nella rappresentanza diplomatica del suo Paese nella città turca. E’ stato assassinato nel consolato saudita a Istanbul per ordine dei più alti livelli della corte reale. Una questione che sta avendo non poche conseguenze per la Turchia, ormai sulla strada dell’isolamento.

Nuovi video e audio sull’esecuzione di Khashoggi

Giorno dopo giorno emergono dettagli sempre più inquietanti sulla sua scomparsa. La barbara e violenta esecuzione sarebbe stata addirittura ripresa con un video. Proprio attraverso il Whashington Post, Ankara ha fatto sapere di ulteriori prove che dimostrerebbero quanto sostenuto finora. “Si possono sentire la voce di Khashoggi e quelle degli uomini che parlano arabo, si può sentire come è stato interrogato, torturato e poi assassinato” hanno dichiarato alcune fonti arabe e americane al quotidiano con il quale collaborava Khashoggi.

Le aziende iniziano ad isolare la Turchia

La vicenda ha scosso l’opinione pubblica, ma soprattutto coloro che si trovano a intrattenere rapporti economici con la Turchia. Dal 25 al 27 ottobre è prevista la la Future Investment Initiative (FII) alla quale parteciperanno i più potenti investitori nel campo della finanza e della tecnologia. Molti di questi hanno annunciato di essere pronti a disertare l’iniziativa, seguendo altri che hanno già ritirato la propria adesione. Una decisione forte in quanto molte realtà vengono finanziate dal fondo sovrano saudita co-organizzatore dell’evento. Per quanto riguarda la stampa, il New York Times, il Financial Times e la Cnn, si sono ritirati da sponsor mediatico.

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