ROMA (LaPresse) – Dopo le rivelazioni che hanno dato la svolta al caso Cucchi, il geometra romano morto nell’ottobre del 2009 a una settimana dal suo arresto, ora è il tempo degli incontri istituzionali. Mercoledì la sorella di Stefano, Ilaria, incontrerà il ministro della Difesa Elisabetta Trenta e il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Giovanni Nistri.
Un incontro voluto fortemente dal ministro Trenta
“L’incontro è stato fortemente voluto dal ministro Trenta e si svolgerà in sede al ministero”, fanno sapere dalla Difesa. Il generale, dopo la decisione del carabiniere Francesco Tedesco di accusare i due colleghi Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro per il pestaggio, ha parlato di “uno spiraglio di luce” aperto su una vicenda durata nove anni. E che ha visto avvicendarsi sette processi.
In questi giorni sono stati tantissimi i commenti sul caso. Domenica la stessa Ilaria ha usato parole dure sostenendo che “nella settimana tra l’arresto e la sua morte Stefano Cucchi è entrato in contatto con qualcosa come 130/140 pubblici ufficiali. Ma nessuno ha fatto nulla per il detenuto numero 148 morto nelle carceri italiane fino al 22 ottobre 2009”.
Ilaria Cucchi non accusa l’Arma dei Carabinieri
Un senso di rivalsa, ma senza generalizzazioni, ci tiene a precisare: “Non comprendo che in questo momento ci siano persone che sentono l’esigenza di difendere l’Arma dei carabinieri. Nessuno ha messo sotto accusa l’Arma, noi stiamo parlando di singole persone che fanno parte dell’istituzione dei carabinieri che hanno commesso un errore. Né io né la mia famiglia mettiamo in discussione l’onorabilità dell’Arma”.
Intanto, questa settimana, dovrebbe essere sentito in tribunale Massimiliano Colombo, comandante della caserma di Tor Sapienza, tirato in ballo da un altro militare, Francesco di Sano. Entrambi sono indagati per falso ideologico e entrambi entrati nel nuovo filone d’inchiesta dopo le parole di Tedesco.
Nuove indagini su insabbiamenti e depistaggi nel caso Cucchi
Al centro della nuova indagine ci sono gli insabbiamenti e i depistaggi. Gli inquirenti ora cercheranno di capire chi intralciò la verità. Cercando di far luce sulla catena di minacce, nette o velate, omissioni e falsificazioni di atti. Almeno stando al racconto dello stesso Tedesco. Sotto la lente degli inquirenti ci sono le falsificazioni del verbale di arresto e perquisizione di Cucchi.
Restano alcuni dubbi da sciogliere
C’è da appurare se fu falsificato il registro del fotosegnalamento della caserma Casilina dove Stefano era stato pestato. Se furono falsificate le due annotazioni della caserma di Tor Sapienza dove Stefano era stato trasferito per trascorrere la notte in attesa del processo per direttissima. E se furono falsificati non solo il registro che custodiva la nota di servizio con cui, il 22 ottobre 2009, giorno della morte di Stefano, Tedesco aveva informato per iscritto la propria scala gerarchica di quanto accaduto davvero. Ma anche e soprattutto la sequenza informatica dei protocolli interni all’Arma.
Oggi anche Francesco Tedesco ha espresso, attraverso il suo legale, Eugenio Pini, la volontà di incontrare Ilaria “per chiedere scusa”. Intanto rimane in sospeso la visita della famiglia Cucchi al Viminale, dopo l’invito del ministro dell’Interno. “Non vado al Viminale – ha detto lapidaria la sorella – finché il ministro non chiede scusa a me, alla mia famiglia e a Stefano”.
di Denise Faticante