Usa, il killer di Pittsburgh accusa gli ebrei di genocidio: rischia la pena di morte

La sparatoria è il più grave attacco antisemita nella storia recente degli Stati Uniti e ha causato una scia di condanne e allarmi a livello internazionale sull'aumento dei discorsi d'odio

PITTSBURGH (LaPresse/AFP) – L’uomo che ha ucciso a colpi d’arma da fuoco 11 persone in una sinagoga di Pittsburgh, in Pennsylvania, durante l’attacco ha detto di “voler uccidere gli ebrei”. E parlato del “genocidio” che questi starebbero commettendo nei confronti del “suo popolo”.

Bowers rischia la pena di morte

Il 46enne, identificato come Robert Bowers, è stato ferito dalla polizia e arrestato durante l’attacco. E poi incriminato con 29 capi d’accusa tra cui omicidio e crimine d’odio, per cui rischia la pena di morte. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, dopo aver subito condannato ha annunciato che si recherà sul posto. Nel frattempo, si è nuovamente espresso a favore di un maggior controllo con armi da fuoco. Affermando che se nella sinagoga ci fossero state guardie armate le cose sarebbero andate “diversamente”.

La parola al sindaco di Pittsburgh

Il sindaco di Pittsburgh, Bill Peduto, ha ribattuto chiedendo più controlli sull’accesso sulle armi e di riaprire il dibattito sulle regole: “Penso l’approccio debba essere pensare come togliere le armi da fuoco, denominatore comune di tutte le sparatorie di massa in America, dalle mani di quelli che vogliono esprimere l’odio uccidendo”.

Il più grave attacco antisemita nella storia degli Usa

Dopo aver citato le frasi pronunciate dall’assalitore in conferenza stampa, le autorità hanno fornito l’identità delle 11 vittime della sparatoria. Si tratta di tre donne e otto uomini, tutti della zona di Pittsburgh, di età comprese fra 54 e 97 anni. La sparatoria è il più grave attacco antisemita nella storia recente degli Stati Uniti e ha causato una scia di condanne e allarmi a livello internazionale sull’aumento dei discorsi d’odio.

L’appello di papa Francesco

Anche il Papa Francesco alla fine dell’Angelus, in piazza San Pietro, ha parlato di “atto disumano di violenza”, opponendosi ai “focolai di odio”. Sabato Trump, mentre il premier israeliano Benjamin Netanyahu parlava di “atto antisemita”, ha chiesto di stare “con i fratelli ebrei e le sorelle ebree per sconfiggere l’antisemitismo e sconfiggere le forze dell’odio”. Il repubblicano ha anche ordinato che tutte le bandiere americane siano tenute a mezz’asta sino al 21 ottobre.

Il particolare momento storico degli Usa

Gli Usa vivono un drastico aumento di fatti antisemiti, cresciuti del 57% dal 2016 al 2017, da 1.267 a 1.986, secondo la Anti-Defamation League, organizzazione per la difesa dei diritti civili che registra le azioni antisemite dagli anni ’70. La violenza di Pittsburgh arriva in un periodo di tensione negli Stati Uniti, che si preparano a votare nelle elezioni di metà mandato del 6 novembre dove i repubblicani di Trump potrebbero perdere il controllo di almeno una delle Camere del Congresso.

Escalation di violenza

Un sostenitore del presidente repubblicano è stato arrestato per aver inviato ordigni esplosivi a politici democratici e personaggi anti-Trump. Il magnate ha inizialmente invocato “unità”, poi ha fatto marcia indietro e ha accusato i media di fomentare l’odio. I democratici hanno invece puntato il dito contro la sua retorica incendiaria.

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