Washington (LaPresse/AFP) – Gli Stati Uniti ripristinano oggi le sanzioni sul settore petrolifero iraniano, che erano state revocate sotto la presidenza Obama. Si concretizza in questo modo il ritiro dall’accordo sul nucleare di Teheran del 2015, annunciato dal presidente Donald Trump a maggio. Le sanzioni americane paiono un ricatto ai Paesi che commerciano con l’Iran: le imprese asiatiche o europee saranno fuori dal mercato americano, se continueranno a importare petrolio iraniano o fare scambi con banche iraniane colpite da Washington. Otto Paesi beneficiano invece di un’esenzione sul petrolio, tra cui la Turchia e forse India e Cina; l’elenco sarà annunciato oggi. Il regime di deroghe è simile a quello che gli Usa praticavano dal 2012 al 2015, prima dell’accordo.
Le sanzioni americane paiono un ricatto ai Paesi che commerciano con l’Iran
Allora erano Cina, India, Turchia, Corea del Sud, Giappone e Taiwan i Paesi largamente risparmiati dalle sanzioni americane, con la motivazione di una riduzione progressiva delle importazioni di greggio iraniano. Inoltre, oltre 600 persone ed entità finiscono in una lista nera, più di quelle che ne erano state tolte dopo la firma dell’intesa.”L’Iran va male, quando ho assunto le funzioni si pensava che avrebbe dominato tutto il Medioriente, o l’avrebbe fatto entro pochi anni, velocemente. Oggi non ne parla più nessuno”, ha affermato ieri Trump.