ROMA – Il lavoro è “misura di libertà, di dignità”, “strumento di realizzazione di diritti sociali”, “motore di rimozione delle disuguaglianze”. Non è, e non può essere, “un gioco d’azzardo potenzialmente letale”. Dopo aver scelto per lanciare il suo grido d’allarme contro le morti sul lavoro la scuola di Lorenzo Parelli, il ragazzo che lo scorso 21 gennaio ha perso la vita a 18 anni nel suo ultimo giorno di tirocinio, Sergio Mattarella celebra al Quirinale il Primo Maggio e torna a chiedere un impegno di istituzioni e imprese per la sicurezza. “È una battaglia che viene da lontano”, ricorda il Capo dello Stato, che non rappresenta “un tema di parte” ma chiama alla mobilitazione “il fronte più ampio, un patto di alleanza tra istituzioni, società civile, forze sociali ed economiche”. Con la ripartenza, ricorda, gli incidenti sono aumentati ed è una curva che non riesce ad avere fine. L’inquilino del Colle, allora, usa ancora una volta parole di chiarezza: “Il costo della ripresa non può essere pagato in termini di infortuni sul lavoro. Così come, nei momenti di difficoltà, occorre che le aziende rifuggano dalla tentazione di ridurre le spese per la sicurezza.
Si tratta di un vincolo inderogabile”, scandisce, perché “anche una sola morte rappresenta un costo umano e sociale inaccettabile”.
Avanti, quindi. Con tutti gli strumenti a disposizione, a partire dalle risorse “significative” stanziate dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. L’imperativo, per Mattarella, è raggiungere l’obiettivo ‘Zero morti’, incentivando le buone pratiche e la firma di protocolli di sicurezza tra imprese e sindacati.
Il presidente della Repubblica, poi, rivolge anche un appello al Paese perché reagisca “unito” alla situazione internazionale che stiamo vivendo. “La pandemia ha sconvolto questi ultimi due anni.Ha portato morte, sofferenza, paure. E ci ha fatto scoprire – forse bisognerebbe dire riscoprire – i valori della solidarietà, della responsabilità, anche delle istituzioni a servizio del bene comune.
Abbiamo dimostrato di saper affrontare la crisi. Analoga risolutezza – sottolinea – occorre avere oggi di fronte al brusco stop alla ripresa economica indotto dall’aggressione della Federazione Russa all’Ucraina. Scoraggiarci per le prove che i tornanti della storia propongono sui diversi fronti, interno, dell’Unione Europea, internazionale, è atteggiamento sterile”. Perché, avverte Mattarella, “il domani non aspetta” e “una unità consapevole tra le forze sociali deve consentire al ‘Cantiere Italia’ di realizzare gli obiettivi del Pnrr, con un capitolo di relazioni sociali all’altezza di tempi moderni. Non è tempo di slogan. Non sono consentite pause nell’impegno: è indispensabile un dialogo consapevole e fruttuoso”. Nonostante la frenata degli indicatori economici dovuta alla guerra il Capo dello Stato vuole lanciare un messaggio di ottimismo:” C’è motivo di fiducia. In questo 2022, contro ogni scetticismo, un segno positivo per la nostra economia è alla portata, malgrado le difficoltà”, dice. La realtà, però, incombe. “Sappiamo che sul terreno della condizione economica e sociale non mancano sfide come la inflazione, indotta anzitutto dai rincari dell’energia e delle materie prime. Non possiamo permetterci di sbagliare – avverte – i due terzi della domanda dipendono in Italia dai consumi delle famiglie. A loro dobbiamo guardare. Di certo, non possiamo arretrare”.
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