A Bagnoli non bisognava inventarsi niente, bastava copiare

L'intervento di Rina Valeria De Lorenzo, deputata di Liberi e Uguali

La decisione del premier Mario Draghi di porre fine al commissariamento di Bagnoli e trasferire i poteri commissariali al sindaco di Napoli, il neo eletto Gaetano Manfredi, racchiude in sé la presa d’atto di un fallimento decennale e rappresenta l’ennesima, ma ultima, possibilità di restituire quell’area della città ai napoletani. La cifra spesa fino ad ora, tra i 600 e i 700 milioni di euro, non può che definirsi vero e proprio sperpero di denaro pubblico considerato che la bonifica del sito è ben lontana dall’essere realizzata. Eppure bastava informarsi, bastava copiare chi è stato più bravo in altre parti del mondo. Perché non é vero che Bagnoli è un caso unico e lo dimostrano gli studi del professore Benedetto De Vivo: Bethlehem Steel, Bethlehem, Pennsylvania USA; Seattle Gas Works, Seattle, Washington, USA; Penisola di Whittier, Ohio, USA; LandshaftPark Duisburg-Nord, Germania e Westergasfabriek, Ex Gas Works, Amsterdam, Paesi Bassi. Sono solo alcuni esempi virtuosi, a cui fa riferimento De Vivo nel suo ultimo lavoro, di ex siti industriali dismessi, con le stesse caratteristiche e problematiche di Bagnoli, risanati e bonificati con meno denaro e in minor tempo. Negli anni, ultimo Floro Flores, chi ha avrebbe dovuto spendere al meglio i fondi destinati alla bonifica, ha fallito per scarsa conoscenza, per superficialità e per presunzione. È altrettanto evidente che la questione del recupero ambientale del sito industriale di Bagnoli non ha mai avuto l’attenzione nazionale che meriterebbe: 30 anni di storia politica e amministrativa intervallati da processi e indagini della Corte dei Conti in cui Bagnoli è rimasta paralizzata mentre una delle baie più belle del mondo è stata sfregiata dalla colmata a mare che in forza di una legge dello Stato va rimossa, nonostante il commissario uscente sia arrivato a contestarne l’applicazione. Con la fine del commissariamento e il passaggio di poteri al sindaco della città non si può più sbagliare. Il governo Draghi vuole invertire la rotta e portare a conclusione una vicenda che ha fatto comodo a molti, soprattutto nelle tante campagne elettorali che si sono susseguita. Ma è arrivato davvero il momento del riscatto di un’area di Napoli che va bonificata e restituita ai cittadini in tempi stretti. Una vicenda che mi ha vista più volte interrogare i ministri. Ricordo l’amarezza provata dopo la risposta del ministro a quella sulla colmata, una risposta fatta di cifre e numeri che fotografano plasticamente il fallimento. Bastava copiare. Ricordiamocene in questo nuovo corso invece di ripercorrere ostinatamente le stesse strade e commettere gli stessi errori. Che si scelga o meno di applicare a Bagnoli il modello Genova, ciò che conta è chiudere il cerchio e raggiungere l’obiettivo scrivendo la parola fine a decenni di sperpero di denaro pubblico e di beffa alla città.

Rina Valeria De Lorenzo, deputata di Liberi e Uguali

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