FROSINONE – “Il fenomeno di assenze ingiustificate dal servizio dei pubblici dipendenti che attraversa l’intera pubblica amministrazione va contrastato con la massima severità anche se naturalmente non può essere generalizzato in modo assoluto”. Furono queste le parole del procuratore generale Alberto Avoli nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario 2018 della Corte dei Conti. “L’assenteismo – aggiunse – esprime un gran spregio degli elementari obblighi scaturenti dal rapporti di lavoro”. Contro i furbetti del cartellino si sono susseguite operazioni su tutto il territorio nazionale, ma il fenomeno continua a restare preoccupante. E oggi il blitz della guardia di finanza alla sede distaccata di Frosinone della Regione Lazio.
Pedinamenti e 4000mila video per incastrare gli assenteisti
L’ultima operazione è stata effettuata a Frosinone, dove la guardia di finanza al termine di indagini mirate coordinate dalla Procura della Repubblica, nella mattinata di oggi ha notificato 8 avvisi di conclusione delle indagini preliminari, nei confronti di otto dipendenti della Regione Lazio impiegati presso l’area decentrata Agricoltura di Frosinone. Si tratta di ‘furbetti del cartellino’ perché, secondo le accuse, si sarebbero allontanati “ripetutamente ed illegittimamente” dai propri posti di lavoro. Rispondono di peculato e truffa aggravata. Le indagini sono state eseguite attraverso pedinamenti e servizi di appostamento, oltre che con riprese video che sono state effettuate con telecamere nascoste. Sono stati monitorati, nel periodo che va da giugno a luglio 2016, tutti gli accessi della struttura pubblica; con specifiche inquadrature delle apparecchiature per la timbratura dei badge e dei tornelli posti all’entrata dello stabile.
L’autista del dirigente usava l’auto di servizio per faccende personali
L’analisi degli oltre 4.000 video registrati, raffrontata sia con i tabulati delle timbrature marcatempo, sia con le risultanze emerse dai servizi di osservazione, ha permesso di rilevare il “ripetuto comportamento illecito” di 8 dipendenti. Questi, invece di restare in servizio, se ne andavano in giro a fare shopping o a sbrigare faccende personali. Per alcuni era diventata consuetudine recarsi al lavoro, timbrare il cartellino ed uscire immediatamente senza nemmeno entrare nel proprio ufficio. Poi si ripresentavano nel pomeriggio, scavalcando i tornelli, per timbrare il cartellino a “fine servizio”. Non solo. l’autista del dirigente pro tempore dell’Ufficio avrebbe utilizzato l’autovettura di servizio per fini personali.