Campo rom, spunta l’ipotesi sgombero. Una strada resa percorribile dall’iniziativa di un privato, proprietario di parte del terreno occupato dalla comunità rom che in via Carrafiello ha realizzato, da anni, un accampamento fuorilegge. La situazione ha comportato notevoli problemi sia per l’imprenditore proprietario del terreno sia per la comunità locale. La zona in questione, situata al confine dell’Asse mediano, è stata occupata illegittimamente dai rom, che l’hanno trasformata in una sorta di area extraterritoriale dove persino le forze dell’ordine trovano difficile entrare.
L’insediamento ha contribuito ad un aumento della delinquenza nella zona, con una crescita significativa di reati patrimoniali e non solo. Non si contano gli incendi tossici appiccati dai rom negli ultimi tempi. Negli anni, l’area è stata caratterizzata dalla presenza quasi quotidiana di focolai di fumo nero, visibili a chilometri di distanza, causati da roghi di materiali spesso nocivi. La situazione ha provocato non solo danni ambientali ma anche un forte disagio per le famiglie residenti nelle vicinanze. La situazione sembrava senza via d’uscita fino all’intervento dell’avvocato Roberto Buonanno del Foro di Napoli. L’imprenditore giuglianese, stanco dei danni subiti e dell’inazione delle amministrazioni locali, ha deciso di rivolgersi all’autorità giudiziaria.
Attraverso una procedura civile d’urgenza presso il Tribunale di Napoli, è riuscito ad ottenere un provvedimento di sgombero degli occupanti del campo rom. Il giudice monocratico, Felice Angelo Pizzi, ha emesso un provvedimento nei primi giorni di giugno, disponendo lo sgombero con l’ausilio delle forze dell’ordine. Il provvedimento rappresenta un passo significativo per la risoluzione di una problematica che ha causato gravi disagi sia al proprietario del terreno che alla comunità locale. L’imprenditore ha subito danni ingenti, tra cui la distruzione delle colture, l’abbattimento di manufatti edilizi presenti sul terreno e l’inquinamento dell’area dovuto ai roghi e allo smaltimento di sostanze nocive.
La decisione del tribunale di Napoli è la prima del suo genere e potrebbe costituire un precedente importante per situazioni simili. Oltre a restituire il terreno al legittimo proprietario, il provvedimento obbligherà anche alla bonifica dell’area, necessaria a causa dell’inquinamento provocato negli anni. Ora, con l’intervento dell’autorità giudiziaria, la speranza dell’imprenditore e della comunità giuglianese è che la parola “fine” possa finalmente essere scritta su una situazione che ha provocato troppi danni e sofferenze.
Il futuro della zona dipenderà anche dalla capacità delle istituzioni di garantire che episodi simili non si ripetano, promuovendo al contempo l’integrazione e la convivenza pacifica tra le diverse comunità.