Calcio, Diritti tv: giudice si riserva decidere su caso Sky-Mediapro

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Foto LaPresse - Spada

Milano, 4 mag. (LaPresse) – Il presidente della sezione per le imprese del Tribunale di Milano, Claudio Marangoni, si è riservato di decidere se revocare, confermare o modificare in parte il provvedimento con il quale ha disposto la sospensione d’urgenza del bando del bando con cui Mediapro ha messo in vendita i diritti tv della Serie A per il triennio 2018-2021. A sollecitare un intervento della magistratura, era stata Sky che il 16 aprile scorso aveva presentato ricorso. La decisione, da quanto hanno sottolineato fonti legali, potrebbe arrivare “in tempi brevi”, probabilmente entro lunedì, data in cui è stata convocata l’assemblea della Lega Calcio a Roma per discutere fra le altre cose anche del tema dei diritti tv.

Dopo l’udienza di questa mattina, durata oltre due ore e “molto combattuta” a quanto hanno riferito i legali delle parti, il giudice potrà decidere se revocare, confermare o modificare l’ordinanza con la quale a metà aprile aveva deciso di sospendere il bando emesso il 6 aprile scorso da Mediapro Italia sui diritti tv, vicenda che si trascina ormai da quasi un anno, quando nel giugno 2017, il primo bando della Lega Calcio andò deserto e furono offerti solo 830 milioni. In particolare, da quanto emerge dal ricorso presentato da Sky, Mediapro Italia avrebbe violato il decreto Melandri, le norme in materia di concorrenza e il provvedimento adottato dall’Agcom il 14 marzo. Per il colosso televisivo, inoltre, predisponendo nel bando pacchetti principali e pacchetti opzionali, Mediapro Italia non avrebbe agito solo come un intermediario indipendente, ma sarebbe diventata un vero e proprio player del mercato in cui concorrono i diversi broadcaster come Sky.

Il Tribunale nell’ordinanza con la quale ha sospeso il bando ha anche riconosciuto “la particolare rilevanza del periculum in mora connesso a un’operazione commerciale di così rilevante entità e destinata a proiettarsi in un ampio arco temporale, rispetto alla quale il paventato effetto distorsivo sarebbe del tutto idoneo a determinare gravi squilibri nel mercato e in danno dei singoli operatori dell’informazione interessati in ragione della notevole influenza sulla acquisizione (e perdita) di quote di mercato che l’esito della gara produrrebbe sull’uno o l’altro dei protagonisti della vicenda e la sostanziale impossibilità di un integrale ristoro di tale pregiudizio in sede di mero risarcimento monetario del danno”. La decisione del giudice Marangoni, che arriverà nelle prossime ore, sarà decisiva per le sorti del bando ma potrebbe non mettere la parola fine alla vicenda: la parte sconfitta, infatti, avrà 15 giorni per impugnare.

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