NAPOLI – E’ grave l’accusa da cui dovrà difendersi Giovanni Migliaccio, conosciuto da tutti come Vanni, lo stesso nome utilizzato per candidarsi senza successo alle Regionali del 2020 con il gruppo “Più Europa”. Secondo la Procura, il 64enne, tecnico di laboratorio del Dipartimento di Biologia dell’Università Federico II di Napoli, avrebbe molestato sei studentesse dell’Ateneo. Per questo motivo ieri l’indagato è stato arrestato dai carabinieri. Attenderà il giudizio per violenza sessuale ai domiciliari. Le indagini hanno tratto origine dalla denuncia sporta da una delle vittime ai militari dell’Arma. La studentessa avrebbe riferito di essere stata costretta a subire atti sessuali da parte del 64enne nel mese di novembre 2021, consistiti in carezze e palpeggiamenti nelle parti intime, all’interno di locali della sede dell’Università in via Mezzocannone. Le attività investigative, si sono giovate della collaborazione istituzionale degli organismi universitari che, tra l’altro, avevano tempestivamente e cautelativamente disposto, nelle more dell’accertamento delle responsabilità, la sospensione del dipendente per 30 giorni, il successivo trasferimento ad altra sede, non a contatto con gli studenti e infine il licenziamento. Durante le indagini sarebbero emersi gravi indizi circa le condotte perpetrate negli anni da parte del tecnico in danno di altre 5 ragazze con le stesse modalità. Si tratterebbe di studentesse che hanno pressappoco 20 anni. Secondo le accuse, Giovanni Migliaccio avrebbe attirato le vittime nel suo ufficio con scuse banali, come la richiesta di chiarimenti su materie di studio e informazioni sugli orari delle lezioni. Quando si sarebbe trovato da solo con le giovani, avrebbe tentato approcci sessuali non consenzienti. Decisiva per le indagini le dichiarazioni rilasciate da una collega dell’indagato, la quale avrebbe riferito di essersi accorta della condotta scorretta di Giovanni Migliaccio, rimproverandolo. Inoltre la collega avrebbe raccontato di un’aggressione subita dall’indagato da parte del fidanzato di una delle studentesse molestate, il quale sarebbe venuto a sapere degli abusi e avrebbe cercato di farsi giustizia da solo. Stando al racconto della testimone, pare che il 64enne sia stato picchiato al punto da riportare gravi ferite al volto. La collega, la quale avrebbe notato il tecnico di laboratorio con il viso tumefatto tra le scrivanie e i microscopi rotti, si sarebbe offerta di aiutarlo, annunciando la volontà di chiamare un’ambulanza. Pare che Giovanni Migliaccio l’abbia convinta a desistere, molto probabilmente per il timore di insospettire gli inquirenti, i quali sono venuti comunque a conoscenza delle accuse mosse dalle sei studentesse che si definiscono vittime di molestie sessuali.
Il rettore: “Ci attivammo subito con la sospensione e il licenziamento”
Preziosa per le indagini dei carabinieri la collaborazione dell’Ateneo. Il rettore Matteo Lorito e i vertici dell’Università intervennero immediatamente dopo la prima denuncia di molestie sessuali a carico di Giovanni Migliaccio, tecnico di laboratorio del Dipartimento di Biologia. L’iter che venne seguito riguardò la sospensione per 30 giorni, il trasferimento in un’altra sede per evitare il contatto con gli studenti e infine il licenziamento avvenuto nell’estate del 2022. “La Federico II ha tempestivamente attivato le sue procedure a tutela degli studenti e sulla base di evidenze ha prima sospeso e poi licenziato il dipendente. Ora la giustizia farà il suo corso”, ha detto il rettore Lorito, che ieri nonostante i numerosi impegni, ha voluto comunque rilasciare un commento alla notizia dell’arresto del 64enne. L’ha fatto anche per far capire alle vittime di molestie sessuali la necessità di denunciare. Perché soltanto le segnalazioni agli organi universitari preposti per casi del genere e alle forze dell’ordine possono mettere in moto l’iter per individuare il responsabile, affidandolo alla giustizia. L’episodio relativo al tecnico del Dipartimento di Biologia farà aumentare i controlli nell’Ateneo.