ROMA (LaPresse) – Abusivismo, Anzaldi (Pd): “Sull’ecomostro di Bagheria intervengano i magistrati”. “Sullo scandalo dell’ecomostro di Bagheria che aspettano le autorità competenti, dalla magistratura alle istituzioni politiche e di vigilanza, ad intervenire? Se accadrà una tragedia come a Casteldaccia o a Rigopiano, grazie all’inchiesta di Gian Antonio Stella sul Corriere, che ha scoperto anche il rischio idrogeologico della struttura costruita abusivamente su una spiaggia, sarà ora ancora più facile conoscere i nomi dei responsabili”. Lo scrive su facebook il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi.
Abusivismo, le dichiarazioni del deputato Michele Anzaldi
“Non siamo di fronte, peraltro, ad alcun – aggiunge Anzaldi – abusivismo di necessità. In quella struttura oggi fatiscente non abita nessuno. Invece di abbatterla, il sindaco M5s la vuole infatti trasformare in un albergo a cinque stelle! Bieca speculazione edilizia. Che ora si scopre metterebbe pesantemente a rischio la vita dei cittadini. Abbiamo infatti denunciato la vergogna dell’operazione speculativa del sindaco Cinque e della deputata Licatini con una lettera a Grillo. Ma anche una lettera a Fico, un esposto all’Anac, dichiarazioni pubbliche, ma finora non è successo nulla”.
“Ora la prima pagina del Corriere della Sera riuscirà a smuovere autorità politiche e istituzionali a fare il loro dovere? Come è possibile che, nel silenzio di Di Maio e Di Battista, la deputata Licatini, che ha confessato il suo conflitto di interessi in una dichiarazione in Aula alla Camera, sieda ancora in commissione Ambiente?”.
“Il Movimento 5 stelle, che parlava – prosegue il deputato dem – di ‘Modello Bagheria’ da estendere a tutta la Sicilia, non ha mai preso le distanze dal sindaco. Che secondo quanto ha riportato la stampa è stato rinviato a giudizio per falso ideologico. Oltre che per turbata libertà degli incanti. E quindi violazione del segreto di ufficio e abuso di ufficio per la gestione del palazzetto dello sport. Oltre che la casa abusiva del cognato e la gestione dei rifiuti”.
“Né ha preso le distanze dalla sua socia in affari Licatini, nominata in un’azienda pubblica del Comune e pochi giorni dopo acquirente insieme al sindaco dell’ecomostro di Aspra all’asta giudiziaria per 225mila euro. Proprio grazie a Cinque, scrive il Corriere, Licatini è stata candidata in posizione blindata nel collegio di Bagheria e poi eletta alla Camera, dove ‘casualmente’ è andata a sedere in commissione Ambiente. Siamo di fronte ad uno scandalo di proporzioni enormi”.