CASERTA – Con circa 1.700 case abusive da abbattere, quello di Casal di Principe è un dramma che non sembra avere vie d’uscita. Un passato ingombrante quello lasciato dalla camorra del clan dei Casalesi. Migliaia sono stati gli immobili costruiti dai cittadini nella totale assenza di piani urbanistici, perché fino a non molti anni fa “l’unica legge da rispettare era quella dei boss, non c’era altro”. Sono le parole di Renato Natale, il sindaco di Casal di Principe, che dopo mesi di battaglie ha deciso questa mattina di rassegnare le dimissioni. A scatenare la sua decisione l’abbattimento, fra poche ore, di un immobile abusivo nel quale vivono due famiglie con 4 minori fra i 4 e i 7 anni. La Procura ha negato una proroga di 100 giorni chiesta dall’amministrazione comunale per avere il tempo di destinare un bene confiscato alla camorra a ‘social house’, per ospitare quelle persone. E allora Natale ha scelto di dire basta, di non voler rappresentare una parte di Stato in cui, come ha ribadito oggi in conferenza stampa, non è facile ricoscersi. Delle 1.700 case da abbattere, 250 sono già ‘Resa’, ovvero nel Registro esecuzioni sanzioni amministrative. Negli ultimi anni il comune ha dovuto stanziare 1.600.000 euro per abbatterne undici, e per completare (le 250) ci vorrebbero altri 35milioni. “Sono soldi che non vanno a carico dell’abusivo, perché solo chi è stupido può pensare che possiamo recuperarli da loro, ma vanno a carico dell’intera comunità, anche di chi non ha nessuna colpa”, ha chiaramente spiegato il sindaco in conferenza stampa. Non una difesa dell’illegalità, “ma non è possibile utilizzare la demolizione come unico strumento per lotta all’abusivismo. Servono altre soluzioni”, ha aggiunto. “Non sono in grado di coniugare legalità e giustizia, e in questo caso specifico, legalità non è giustizia”. Dimissioni che hanno il sapore di un atto politico forte, di protesta, che vuole far rumore e smuovere il governo per intervenire per porre rimedio. Solidarietà alla fascia tricolore dal ministro Mara Carfagna, incontrata qualche settimana fa su questo tema, e da tanti parlamentari. “Non è una resa, ma un atto di lotta, un momento di azione che persiste. Andrò a Roma anche in questi giorni a portare avanti questa battaglia. E’ un problema che coinvolge tutti”, ha concluso Natale. E altri circa 2.000 immobili abusivi ci sono nei vicini comuni di San Cipriano d’Aversa (1.600) e Casapesenna (300). Un territorio, quello formato dalle tre cittadine, che fino a pochi anni fa è stato il tormentato centro d’azione del clan dei Casalesi, fra le organizzazioni criminali camorristiche più potenti e devastanti di sempre. Intanto per le due famiglie con minori che saranno sfrattate a Casal di Principe, il comitato Don Peppe Diana, attraverso il coordinatore Salvatore Cuoci, ha offerto i propri spazi per ospitarli temporaneamente. In attesa, ‘dall’alto’, di soluzioni definitive ad un problema enorme.
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Abusivismo, si dimette il sindaco Casal di Principe: “Non sempre legalità è giustizia”
Con circa 1.700 case abusive da abbattere, quello di Casal di Principe è un dramma che non sembra avere vie d'uscita. Un passato ingombrante quello lasciato dalla camorra del clan dei Casalesi.