Acqua di condensa, come riutilizzarla

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NAPOLI – Recuperare, riutilizzare, per sprecare meno ed aiutare l’ambiente. L’estate è ormai nel pieno e siamo alle prese con il drastico aumento delle temperature. Nelle case, nei negozi e negli uffici si prova a difendersi dal caldo come si può. Purtroppo il surriscaldamento globale ha costretto quasi tutti a dotarsi di ventilatori, condizionatori e deumidificatori. Tenere le finestre aperte nelle ore serali non basta più, soprattutto in città dove l’afa la fa da padrone. Tutti questi strumenti anti-caldo hanno un impatto ambientale più o meno inquinante, che deriva dall’utilizzo di energia elettrica, dalla necessità di smaltire i Raee e dal altri fattori. I condizionatori ad esempio emettono ogni anno tonnellate di anidride carbonica nell’aria e utilizzano sostanze chimiche nocive per l’atmosfera, contribuendo così al cambiamento climatico in atto. E’ il serpente che si morde la coda.

Deumidificatore

Meno diffuso del ‘fratello’ condizionatore, il deumidificatore è sempre più presente nelle abitazioni degli italiani. E’ un elettrodomestico che ha il compito di ridurre il livello di umidità dell’aria, inizialmente lo scopo era squisitamente igienico, in quanto un’umidità troppo elevata porta alla formazione di muffa, che può comportare rischi per la salute umana, oggi si usa principalmente con lo scopo di rendere più fresca l’aria negli ambienti chiusi. Il meccanismo è semplice, l’aria viene aspirata e spinta da una ventola in direzione di una serpentina di raffreddamento in cui circola un fluido refrigerante. Il vapore acqueo presente nell’aria si condensa una volta che è venuto a contatto con la serpentina, e l’acqua che man mano si forma viene convogliata verso un serbatoio di raccolta. L’aria così deumidificata viene poi filtrata (al fine di rimuovere le impurità) ed espulsa.

Sprechi

L’Istat per la Giornata internazionale dell’Acqua del 22 marzo scorso ha realizzato un focus tematico sulle statistiche riferite al territorio e alla popolazione. In Italia il prelievo di acqua per uso potabile, con 9,2 miliardi di metri cubi, si mantiene il più alto in Europa, e in buona parte (2,80 miliardi; il 30,5%) avviene nel distretto idrografico del fiume Po, e le perdite idriche in distribuzione raggiungono una quota del 42,2% dell’acqua immessa in rete. Queste perdite lungo le condotte rappresentano uno dei principali problemi, la quantità di acqua dispersa in rete rappresenta un volume molto consistente, quantificabile in 157 litri al giorno per abitante. Per questo è fondamentale impegnarsi in prima persona per ridurre gli sprechi, soprattutto alla luce dell’emergenza ambientale ed idrica in atto.

Acqua

I deumidificatori, in genere, hanno una tanica di raccolta del liquido di condensa. Quell’acqua non è affatto potabile, sia dal punto di vista nutrizionale (è priva di sali minerali ovvero è un’acqua distillata), sia dal punto di vista biologico (è il luogo ideale per la proliferazione di funghi, trasportati dall’aria sotto forma di spore, e di microbi). Tuttavia può essere riutilizzata in mille modi sia in casa che in giardino. Scopriamo come.

Riutilizzo ecologico

L’acqua di scarto del deumidificatore, essendo priva di calcare e di sali minerali, è molto simile all’acqua distillata ed è quindo perfetta per il ferro da stiro a vapore. Per la stessa ragione può essere riutilizzata in maniera efficace per lavare a mano i capi delicati, in modo da non sporcarli con eventuali residui di calcare. Ancora, l’acqua di condensa può essere utilizzata per le pulizie domestiche, per i mobili, i bagni, le superfici della cucina, per rendere brillanti vetri e specchi e per i pavimenti. E’ ideale per le superfici delicate, che potrebbero sporcarsi con il calcare dell’acqua del rubinetto. Possiamo usarla anche per preparare dei detersivi, per la pulizia della casa e anche dell’automobile. Aggiungendo al liquido del detersivo o dello sgrassatore concentrato, otterremo un ottimo risultato, riducendo drasticamente gli sprechi. Infine, possiamo usarla anche sui capelli. L’acqua è perfetta per il risciacquo acido dopo lo shampoo.
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