ROMA – Incroceranno le braccia dalle 14.00 alle 18.00 di oggi gli addetti alla vigilanza privata e ai servizi di sicurezza nei siti aeroportuali. La protesta, concomitante allo sciopero del trasporto aereo, si svolgerà nell’ambito della mobilitazione #ContrattoInSicurezza indetta dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, per sollecitare lo sblocco delle trattative di rinnovo del contratto nazionale di lavoro applicato agli oltre 100mila addetti del settore, scaduto da 7 anni.
La nuova giornata di sciopero segue l’iniziativa del 2 maggio scorso.
In migliaia hanno sfilato per le strade della capitale alla manifestazione nazionale organizzata dai sindacati contro lo stop dei negoziati per il rinnovo del Ccnl, dopo il fallito tentativo di conciliazione con le associazioni imprenditoriali di settore Assiv, Univ, Anivip, LegaCoop Produzione e Servizi, Agci Servizi e Lavoro, indisponibili a trovare la quadra sull’aumento salariale.
Sulla vertenza era intervenuto anche il ministro del Lavoro Andrea Orlando che si era assunto l’impegno di approfondire la condizione contrattuale del settore e svolgere un’azione di forte sollecitazione e sensibilizzazione nei confronti delle associazioni datoriali per riprendere la trattativa e consegnare al più presto un risultato negoziale ad un settore che opera anche nell’ambito degli appalti pubblici.
“Si tratta di lavoratrici e lavoratori esposti quotidianamente al pericolo e alle logiche del massimo ribasso, stremati dallo stato in cui versa il settore dove si assiste quotidianamente alla costante violazione delle norme di legge e dei contratti anche in tema di salute e sicurezza» dichiarano le segreterie nazionali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs in un comunicato unitario.
«Salari insufficienti, turni di lavoro massacranti e insostenibili – stigmatizzano – fanno il paio con la mancata applicazione delle previsioni contrattuali su permessi e giornate di riposo mentre ai lavoratori viene richiesta una professionalità elevata a fronte di retribuzioni ferme al 2015».
«Le associazioni imprenditoriali – concludono – tornino responsabilmente al tavolo con l’obiettivo di rinnovare il contratto nazionale, riconoscere la professionalità di centinaia di migliaia di addetti e definire aumenti economici congrui e dignitosi».
(LaPresse)