GORIZIA – Ci sono anche tre prefetti tra i 42 soggetti indagati. A tirarli in ballo un’ inchiesta sulle gare d’appalto e la gestione del Centro di identificazione ed espulsione e del Centro di accoglienza per richiedenti asilo di Gradisca d’Isonzo (tra il 2011 e il 2015). Si tratta dell’ex viceprefetto di Gorizia Gloria Sandra Allegretto, dell’ex prefetto di Gorizia e Treviso Maria Augusta Marrosue e dell’attuale prefetto di Venezia Vittorio Zappalorto.
Le ‘anomalie’ sulla gestione migranti
A loro viene contestato addirittura il concorso esterno in associazione a delinquere. L’ipotizzata organizzazione, attraverso l’omessa vigilanza, era finalizzata a turbare gare, truffare e redigere falsi.
Tutto ha preso avvio da un’indagine che aveva coinvolto i vertici di ‘Connetting People’, una onlus trapanese che gestiva sia il ‘Cie che il Cara’. Accuse durissime da parte della procura di Gorizia proprio alla prefettura che in diverse occasioni avrebbe tollerato quanto avveniva in entrambi i centri.
Stando alle indagini, ai migranti venivano costantemente negate sigarette, schede telefoniche e somme di denaro, il tutto per una somma di circa 230 mila euro.
Alll’interno delle strutture, inoltre, secondo la procura, non si forniva acqua a sufficienza, mentre i rifiuti non erano smaltiti in modo adeguato.
I capi d’accusa
A questi elementi deve aggiungersi quello puramente amministrativo, riguardante cioè una sovrafatturazione alla Prefettura di Gorizia. Nello specifico con particolare riferimento alle presenze nelle varie strutture, cosa che avrebbe portato a gonfiare i conti per beni e servizi che per un milione 680 mila euro. La Prefettura non si sarebbe accorta di questo e non si sarebbe opposta, o comunque non avrebbe controllato, neanche altre fatture per altri due milioni e mezzo. Insomma un danno totale per il Ministero dell’Interno che sarebbe arrivato alla cifra di 5 milioni 700mila euro. Tra gli indagati ci sono i vertici di Connetting People e alcuni professionisti e funzionari della prefettura di Gorizia.