ROMA (Alfredo Stella) – Giornata infernale quella vissuta ieri alla Borsa di Milano. Alla chiusura si è registrato lo spread alle stelle, 12 miliardi di euro e 63 miliardi del saldo di capitalizzazione andati in fumo. La causa è facilmente immaginabile: la totale incertezza della politica italiana. E oggi va anche peggio: lo spread è salito a 300 punti base, raggiungendo i livelli del giugno 2014.
Mercati europei
Parigi cede lo 0,7%, Madrid lo 0,6%, Francoforte lo 0,5%. Ne fa le spese anche l’euro, in calo a 1,162 sul dollaro.
L’intervista
“L’uscita dalla moneta unica europea è una cosa assurda e inconcepibile, sarebbe la fine dell’Italia in termini economici, non scherziamo su queste cose”. Così si è espresso il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, a margine dell’assemblea degli industriali varesini. “Serve un’economia forte e una politica forte, serve avere chiaro che abbiamo bisogno di un governo che sia, abbiamo già chiarito, a vocazione europeista”.
A suo avviso “non significa non affrontare le grandi riforme di cui l’Europa ha bisogno” ma “serve un governo che abbia una grande attenzione per il lavoro e l’occupazione. Siamo in un momento delicato della vita del Paese, non dobbiamo fare errori, dobbiamo anche moderare i termini”.
L’appello alla politica
“Moderare i termini, elevare il confronto serrato tra loro, ma cerchiamo di non andare oltre, perché è una fase delicatissima e uno spread che aumenta per errori che potremmo fare come Paese dal punto di vista tattico di politica economica lo pagherebbero le imprese e le famiglie italiane e in questo momento nessuno se lo può permettere”.