MILANO – Mentre la maggior parte dei Paesi Nato riporta a casa le sue truppe dopo 20 anni in Afghanistan e le evacuazioni da Kabul hanno ormai le ore contate in attesa del ritiro Usa del 31 agosto, gli Stati Uniti hanno fatto sapere di avere ucciso in un raid aereo due “figure di alto profilo” dell’Isis-K, la branca afghana dello Stato islamico che si oppone ai talebani e che ha rivendicato l’attacco di giovedì all’aeroporto di Kabul.
Washington rinnova l’allerta per il rischio di nuovi attentati nella capitale afghana, ma non solo: la Cnn riferisce di un’allerta alta per attacco anche negli Stati Uniti, ragion per cui si sta provvedendo a setacciare con attenzione chi arriva con il ponte aereo. Intanto emergono nuovi dettagli sulla carneficina di giovedì all’aeroporto di Kabul: testimoni oculari hanno raccontato alla Bbc che ritengono che molte delle vittime siano state uccise da spari esplosi da soldati Usa nel caos seguito all’esplosione provocata da un kamikaze.
“Ho visto soldati americani e di fianco soldati turchi e il fuoco veniva dai ponti, dalle torri, dai soldati”, ha raccontato all’emittente il fratello di una delle vittime dell’attacco di Kabul, un taxista che lavorava a Londra ed era tornato a Kabul per aiutare la famiglia a fuggire. Al momento no comment su questo dal dipartimento della Difesa Usa.
Molto continua a ruotare intorno all’aeroporto di Kabul: i talebani hanno dispiegato forze extra intorno allo scalo per impedire ai cittadini di avvicinarsi per partire, allestendo nuovi checkpoint. E nelle ultime ore continuano a rincorrersi dichiarazioni dei talebani sul controllo dell’aeroporto di Kabul e smentite del Pentagono (al momento sono gli Usa a gestire lo scalo).
Nell’ultima dichiarazione, un portavoce dei talebani ha garantito che il gruppo prenderà il totale controllo dell’aeroporto molto presto: “È un po’ troppo presto per decidere se avremo bisogno dell’aiuto della Turchia o del Qatar” per gestirlo, ha aggiunto.
Sabato è cominciato il ritiro delle truppe anche di Stati Uniti e Regno Unito e per gli afghani si affievoliscono le speranze di riuscire a lasciare il Paese. Dopo la partenza dell’ultimo volo britannico di evacuazioni destinato ai civili, per esempio, Londra ha fatto sapere che sono circa mille afghani che hanno diritto ad andare nel Regno Unito ma che sono stati lasciati indietro: il ministero della Difesa pensa che alcuni civili britannici o afghani rimasti potrebbero salire anche a bordo degli ulteriori voli che nel fine settimana riporteranno a casa soldati e diplomatici.
Le evacuazioni da parte degli Stati Uniti vanno avanti: il Pentagono ha riferito che sono oltre 117mila le persone evacuate finora, 5.400 delle quali americane; inoltre secondo il dipartimento di Stato Usa sono 350 gli statunitensi ancora in attesa di lasciare il Paese.(LaPresse)