Afghanistan, Di Maio: non riconosceremo i talebani l’ipotesi per l’ambasciata a Doha

Il riconoscimento del governo dei talebani in Afghanistan è "improbabile". Lo ha chiarito il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, parlando in collegamento dal Qatar alla Festa del Fatto quotidiano, nelle ore in cui l'Italia valuta insieme ai partner internazionali il ricollocamento dell'ambasciata in maniera temporanea a Doha

Foto Mauro Scrobogna /LaPresse 29-04-2021 Roma, Italia Politica Senato - Question time Nella foto: Il Ministro degli affari esteri Luigi Di Maio Photo Mauro Scrobogna /LaPresse April 29, 2021  Rome, Italy Politics Senate - Question time In the photo: Foreign Minister Luigi Di Maio

ROMA – Il riconoscimento del governo dei talebani in Afghanistan è “improbabile”. Lo ha chiarito il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, parlando in collegamento dal Qatar alla Festa del Fatto quotidiano, nelle ore in cui l’Italia valuta insieme ai partner internazionali il ricollocamento dell’ambasciata in maniera temporanea a Doha. L’idea di far tornare la rappresentanza a Kabul resta al momento esclusa per la mancanza delle condizioni di sicurezza. Posizione già espressa dal ministro dopo che il portavoce dei talebani Zabihullah Mujahid ha invitato Roma a riaprire l’ambasciata e a riconoscere l’Emirato islamico. Nelle scorse ore fonti di Palazzo Chigi hanno smentito la notizia circolata su Twitter di una prossima apertura della sede diplomatica nella capitale del Paese.

Di Maio ha iniziato venerdì la missione nei Paesi limitrofi all’Afghanistan al termine del Consiglio Affari esteri dell’Ue, in cui i ministri del blocco hanno deciso di aprire un presidio nella capitale afghana per rimanere in contatto con i talebani e portare avanti le operazioni di evacuazione. Il viaggio del titolare della Farnesina è iniziato in Uzbekistan, e proseguito in Tagikistan e Qatar. La prossima tappa sarà il Pakistan. “Sono venuto a chiudere delle intese sugli aiuti umanitari, le evacuazioni e il contrasto al terrorismo”, ha affermato Di Maio, sottolineando che il primo fronte su cui si lavora è quello di garantire l’accesso libero a tutte le Ong e alle agenzie Onu “che si occupano di tutelare la popolazione civile”. Tema al centro dell’azione italiana è anche quello della lotta al terrorismo. “Se l’Afghanistan diventerà uno Stato fallito si addenseranno ai confini di questo Paese i campi di addestramento degli estremisti”, ha avvertito Di Maio, che ha poi rilanciato l’idea del G20 straordinario sulla crisi per evitare fughe in avanti da parte di alcuni attori internazionali.

Sul terreno prosegue l’avanzata degli studenti coranici nella regione del Panshir, ultima roccaforte rimasta sotto il controllo dei ribelli a maggioranza tagika, guidati da Ahmad Massoud. Il leader, figlio del Leone del Panshir, in un post su Facebook ha promesso che il suo fronte non “rinuncerà mai alla lotta”. Secondo quanto riportato dall’ong Emergency, i mujaheddin hanno raggiunto il villaggio di Anabah provocando la fuga dei civili. Mentre prosegue l’attacco i talebani hanno rinviato alla prossima settimana la formazione del nuovo esecutivo che doveva essere annunciato sabato.

Nella capitale sono state registrate diverse vittime: alcuni media arrivano a contarne 17, per colpi sparati dai talebani per festeggiare le vittorie ottenute sul campo. Lo stesso portavoce Zabihullah Mujahid ha chiesto ai combattenti di non sprecare munizioni e di non mettere a rischio i civili.

A Kabul le donne sono tornate in piazza per il secondo giorno consecutivo per manifestare per i propri diritti. Le forze speciali hanno disperso il corteo, diretto verso il palazzo presidenziale, sparando colpi in aria e lanciando gas lacrimogeni. “Siamo qui per ottenere il rispetto dei diritti umani in Afghanistan”, ha detto una manifestante di venti anni, Maryam Naiby, “Amo il mio Paese. Sarò sempre qui”.

(LaPresse)

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