MILANO – “Mentre i bisogni umanitari in Afghanistan aumentano, le capacità di rispondere a queste necessità stanno rapidamente diminuendo. L’OMS e l’UNICEF chiedono un accesso immediato e senza ostacoli per consegnare medicinali e altre forniture salvavita a milioni di persone bisognose di aiuto, comprese 300.000 persone sfollate solo negli ultimi due mesi – si legge in una nota congiunta del direttore regionale dell’Oms per la Regione orientale e mediterranea, Ahmed Al-Mandhari, e del direttore regionale dell’Unicef per l’Asia meridionale, George Laryea-Adjei – Mentre l’attenzione principale negli ultimi giorni è stata rivolta alle grandi operazioni aeree per l’evacuazione dei cittadini internazionali e degli afghani vulnerabili, le massicce necessità umanitarie che la maggior parte della popolazione deve – e non può – essere trascurata. Anche prima degli eventi delle ultime settimane, l’Afghanistan rappresentava la terza operazione umanitaria più grande del mondo, con oltre 18 milioni di persone che richiedevano assistenza”.
L’Oms e l’Unicef sono impegnati a rimanere e a fornire assistenza alla popolazione dell’Afghanistan
“Tuttavia, con nessun aereo commerciale attualmente autorizzato ad atterrare a Kabul, non abbiamo modo di far arrivare gli aiuti nel paese e a chi ne ha bisogno. Altre agenzie umanitarie sono limitate allo stesso modo – si legge ancora – L’Oms e l’Unicef chiedono l’immediata istituzione di un ponte aereo umanitario per la consegna continua e senza ostacoli degli aiuti in Afghanistan. Stiamo anche valutando da vicino con tutti i partner internazionali e delle Nazioni Unite le opzioni per accelerare le spedizioni di aiuti”.
“Nei primi giorni delle recenti ostilità, sia l’Oms sia l’Unicef – come tutte le altre agenzie delle Nazioni Unite – hanno dato la priorità alla sicurezza del nostro staff. Ma il nostro lavoro è continuato anche quando le ostilità erano al massimo. Rimaniamo impegnati a rimanere in Afghanistan e a fornire, e abbiamo rapidamente cambiato marcia per affrontare i bisogni di milioni di afgani che rimangono nel Paese”, aggiungono.
“Il conflitto, lo sfollamento, la siccità e la pandemia da covid-19 stanno tutti contribuendo ad una situazione complessa e disperata in Afghanistan. Le agenzie umanitarie devono essere sostenute e agevolate per soddisfare le enormi e crescenti necessità in Afghanistan, e assicurarsi che nessuno muoia inutilmente per mancanza di accesso agli aiuti”, conclude la nota.
(LaPresse)