ROMA – Niente donne al governo perché “non possono diventare ministre”, piuttosto “devono fare figli”. Il portavoce dei talebani Sayed Zekrullah Hashim, spiegando la mancanza di figure femminili nell’esecutivo ad interim del proclamato Emirato islamico, ha confermato con le parole quanto era già chiaro con i fatti: per le donne rimaste in Afghanistan, che hanno lottato per i propri diritti, il futuro si prospetta nero. Nonostante le minacce, in centinaia sono scese in piazza per giorni dalla presa di Kabul chiedendo di non cancellare i progressi raggiunti negli ultimi vent’anni.
La donna, è questa la teoria espressa dal portavoce degli studenti coranici, “non può fare il ministro”, “è come se le mettessi al collo un peso che non può portare”, “non è necessario che faccia parte del governo, deve fare figli”. Parlando di quante hanno manifestato per rivendicare i propri diritti, Sayed Zekrullah Hashim ha detto che “non rappresentano le donne dell’Afghanistan” che “sono quelle che danno figli al nostro popolo e che li educano secondo i valori dell’islam”.
Intanto i talebani hanno smentito la notizia secondo cui avrebbero inaugurato il governo l’11 settembre, data simbolica che segnerà i vent’anni dagli attentati alle Torri Gemelle e al Pentagono ad opera di al-Qaeda. “L’inaugurazione del nuovo governo afghano è stata annullata diversi giorni fa, per evitare che la popolazione si confondesse ulteriormente”, hanno spiegato gli studenti coranici. Un’altra smentita è arrivata dal Cremlino. Nei giorni scorsi erano circolate voci della presenza russa all’insediamento del nuovo esecutivo. La Russia “non parteciperà in alcun modo”, ha detto il portavoce di Vladimir Putin, Dmitry Peskov. Mosca, insieme a Pechino, è una delle potenze che si sono mostrate più concilianti nei confronti dei talebani, mirando a sfruttare le risorse dell’Afghanistan. Il presidente cinese Xi Jinping in giornata ha avuto un colloquio con la cancelliera tedesca Angela Merkel con cui ha affrontato anche il dossier afghano. Il presidente del Gigante asiatico si è detto disposto a cooperare per raggiungere la pace e la stabilità nel Paese.
Nelle scorse ore è partito da Kabul il secondo volo di evacuazione da quando le truppe Usa hanno lasciato l’aeroporto internazionale. Al momento non è chiaro quante persone ci siano a bordo o la loro nazionalità. Il giorno precedente ne era partito un altro, il primo, della Qatar Aiways diretto a Doha, con a bordo anche titolari di passaporto italiano.
Gli Usa e gli alleati occidentali stanno cercando di evacuare quanti hanno collaborato con la loro missione ventennale e sono rimasti indietro. La posizione condivisa è quella di mantenere un dialogo con i talebani, non cedendo però al riconoscimento, per continuare ad assistere la popolazione nel Paese. “Dobbiamo mantenere un dialogo” con gli studenti coranici “dove affermiamo direttamente i nostri principi”, ha detto il segretario generale delle Nazioni unite, Antonio Guterres, in un’intervista all’Afp, “il nostro dovere è estendere la solidarietà a un popolo che soffre molto, dove milioni e milioni rischiano di morire di fame”.
Di Lucrezia Clemente