ROMA – Su Alitalia, il vicepremier e ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, sarebbe soddisfatto con un salvataggio senza la partecipazione di Atlantia. “Se riusciamo a chiuderla con Fs, il Mef, Delta e un altro soggetto che non sia concessionario autostradale, bene, sono contento”. Lo spiega il leader pentastellato, ospite di ‘In 1/2h in più’, su Rai3.
Il vicepremier Di Maio non chiude ad Atlantia
I rapporti tra Governo e Atlantia, società che gestisce parte della rete autostradale, sono ai minimi termini dall’anno scorso, per la tragedia del Ponte Morandi di Genova che ha provocato 43 morti, spingendo l’esecutivo, e in particolare il M5S, a chiedere la revoca delle concessioni dei pedaggi. Su cui sta lavorando una apposita commissione ispettiva istituita presso il ministero dei Trasporti.
Il ruolo di Atlantia nel rilancio di Alitalia
Nonostante queste premesse, Atlantia potrebbe giocare un ruolo di rilievo per la compagnia aerea in difficoltà. La società partecipata dai Benetton, infatti, già controlla Aeroporti di Roma (Adr), che gestisce gli scali di Ciampino e Fiumicino. Secondo le ultime indiscrezioni raccolte da ‘La Stampa’, il progetto per rilanciare Alitalia prevede che Atlantia si accolli il 20% del capitale. Mentre Ferrovie rimarrebbero il perno dell’operazione con il 30% o poco più. In ruolo ancillare, con il 15% a testa, ci sarebbero il ministero dell’Economia e Finanze (Mef) e la compagnia americana Delta.
Di Maio proroga la scadenza per l’offerta di Fs
Lo stesso Di Maio, venerdì scorso, ha prorogato la scadenza data a Fs per presentare un’offerta vincolante, fino a metà giugno. Il tutto verrà discusso quindi dopo le Europee, evitando che Alitalia diventi tema elettorale. La Lega, certo più disponibile verso la società autostradale, aveva invece chiesto di fare presto. Alternative, in effetti, non se ne vedono. Se si aprissero le porte a Lufthansa, verrebbero con ogni probabilità richiesti 5mila esuberi e il dimezzamento della flotta.
Nessun passo indietro sulla revoca delle concessioni
Il vicepremier, pur sperando di evitare un coinvolgimento di Atlantia, non chiude la porta, ma manda un messaggio chiaro alla concessionaria stradale: “Non si illuda di comprare il nostro silenzio” su quanto è accaduto con il Ponte Morandi e la conseguente possibile revoca. Oltre a questa, nella complessa interlocuzione tra esecutivo e società, ci sono altri dossier delicati come la revisione tariffaria o il finanziamento della Gronda di Genova.
La linea Di Maio-Toninelli
Ad ogni modo, Di Maio ripete quello che aveva già detto il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli: il Governo non ha alcuna intenzione di mischiare il piano della revoca con quello del rilancio di Alitalia. “Sono due cose diverse”, sottolinea il vicepremier, mentre Toninelli aveva parlato di “due dossier distinti”.
(LaPresse/di Matteo Bosco Bortolaso)