ROMA – Alitalia? No grazie, almeno per ora. Dopo giorni di attese per le mosse di Lufthansa, da Berlino arriva una brusca frenata, che di fatto restringe automaticamente l’orizzonte del consorzio guidato da Fs. Il messaggio è chiarissimo: il colosso tedesco è interessato a investire in Alitalia solo dopo che si sia realizzata una sua ristrutturazione. Nessuna novità quindi, rispetto ala posizione cristallizzata ormai da settimane, con la disponibilità ad una partnership commerciale ma senza iniezione di liquidità.
Le richieste di Lufthansa
“La ristrutturazione dovrà essere compiuta dall’attuale proprietà prima che possiamo vederci coinvolti”, ha spiegato in una call l’ad Carsten Spohr. “Siamo interessati a guardare a una nuova Alitalia ristrutturata, se la cosa ha senso per noi e i nostri azionisti, il nostro personale e i nostri clienti a causa dell’importanza del mercato italiano”; ha aggiunto. Lufthansa quindi potrebbe entrare davvero in campo solo con tagli pesanti del personale (oltre 3 esuberi) e l’obiettivo quasi impossibile del break even entro due anni. Inoltre Spohr ha bollato come “non realistica” la scadenza del 21 novembre per la presentazione delle offerte vincolanti per il salvataggio di Alitalia.
Conte è ottimista
L’unica punta di ottimismo di giornata arriva dal premier Giuseppe Conte, che in serata rilancia: “Per il momento ci sono delle buone promesse, per fare quello che io e tutto il governo abbiamo sempre auspicato, che non è un’operazione di salvataggio ma di mercato”. Per l’esecutivo ci sarebbero gli ingredienti “giusti”, anche se ormai il derby dei cieli Delta-Lufthansa sembra essersi chiuso prima del fischio d’inizio.
L’offerta
Gli americani offrono sul piatto solo 100 milioni, è vero, ma quantomeno garantiscono un minimo di equity indispensabile per far partire la newco. Dove, a questo punto, Fs e Atlantia dovranno per forza di cosa sobbarcarsi almeno il 70% delle quote e concordare anche la governance. Continuano febbrili i contatti tra i player e i commissari, che vogliono arrivare a brevissimo ad un piano industriale credibile per evitare un nuovo rinvio. Anche se proprio dai commissari è emerso in realtà un aspetto: la vera deadline per la Nuova Az è marzo 2020, un lasso di tempo entro il quale le attuali risorse economiche dovrebbero essere sufficienti per le attività di gestione.
Alitalia, le ultime stime
Gli ultimi dati? Nel primo semestre 2019 sono stati registrati ricavi per 1 miliardo e 443 milioni, in crescita del 3% rispetto al primo semestre del 2018 e in aumento del 7,7% rispetto al primo semestre del 2017. L’Ebitda, il margine operativo lordo, è sceso a -164 milioni, contro i -124 del primo semestre 2018: differenza riconducibile all’aumento del costo del petrolio, aumentato di circa 52 milioni nei primi sei mesi di quest’anno.
(LaPresse/di Alessandro Banfo)