Allarme Confesercenti-Cer: “I consumi solo +1% nel 2018”

Una frenata allarmante, la peggiore dal 2014. Per i consumi si prospetta per il 2018 un saldo decisamente preoccupante

Confesercenti
Foto Fabrizio Corradetti/LaPresse

MILANO (LaPresse) – Allarme Confesercenti-Cer: “I consumi solo +1% nel 2018”. Una frenata allarmante, la peggiore dal 2014. Per i consumi si prospetta per il 2018 un saldo decisamente preoccupante: la crescita prevista per l’anno è ferma all’1%, un dato inferiore all’1,4% auspicato dal Documento di Economia e Finanza ed il risultato più fiacco dal +0,3% registrato nel 2014. È quanto emerge dalle previsioni macroeconomiche condotte da Cer per Confesercenti. La debolezza di quest’anno proseguirebbe per tutto il prossimo biennio: la crescita dei consumi si dovrebbe confermare al +1% nel 2019 per poi frenare ancora a +0,7% nel 2020.

Allarme Confesercenti-Cer: 5 miliardi di spesa in meno rispetto all’anno scorso

In valori assoluti, in media si tratta di 5 miliardi di euro di spesa all’anno in meno rispetto alle previsioni nel triennio 2018-2019-2020. Il rallentamento dei consumi inciderà anche sul Pil: l’anno si dovrebbe chiudere con una variazione di +1,3% del prodotto interno lordo, due decimi di punto in meno dell’1,5% indicato nel DEF. E la debolezza proseguirebbe per tutto il prossimo biennio: la crescita dei consumi si dovrebbe confermare al +1% nel 2019 per poi frenare ancora a +0,7% nel 2020. La variazione del Pil, invece, dovrebbe rallentare ulteriormente sia nel 2019 (+1,2%) che nel 2020 (+1,1%).

Difficoltà enormi nel superare la recessione

Nelle previsioni di Confesercenti-Cer sono dunque confermate le maggiori difficoltà a superare la recessione registrate dal nostro Paese rispetto ai partner europei. A dicembre 2017, infatti, i consumi delle principali economie europee sono tutte al di sopra del 2007, ultimo anno prima della crisi: in Germania segnano il 10,9% in più, in Francia l’8,6% e nel Regno Unito il 5,5% in più. In Italia, invece, sono ancora al di sotto dei livelli del 2007 del 2,7%; pari a circa 26,3 miliardi di euro in meno. Un gap che, di questo passo, recupereremo solo nel 2021, ben 14 anni dopo la crisi.

Ecco cosa ha previsto lo studio

Lo studio sottolinea inoltre, che “queste stime sono state elaborate ipotizzando lo stop agli aumenti IVA previsti dalle clausole di salvaguardia. Se così non fosse, come tuttora iscritto nel bilancio ‘a legislazione vigente’, il quadro di previsione sarebbe decisamente peggiore: la variazione dei consumi si abbasserebbe allo 0,8% già nel 2019, per arrivare quasi allo stop (+0,3%) nel 2020. Anche la crescita del Pil si indebolirebbe, scendendo a +1,1% nel 2019 e inabissandosi sotto la soglia psicologica del +1% già nel 2020 (+0,8%)”.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome