TORINO – In Italia continua l’emergenza mascherine necessarie per affrontare la pandemia da coronavirus. L’allarme viene lanciato da più fronti ma, in ogni caso, a preoccupare sono i dispositivi di protezione personale. Soprattutto quelli destinati a operatori sanitari e lavoratori.
Grave carenza di dispositivi di protezione
Il presidente di Confindustria Lombardia, Marco Bonometti, segnala una situazione di grave carenza: “In un momento di grande difficoltà, richiamandoci all’unità e al buon senso, lanciamo un grido d’allarme per la mancanza di materiale di protezione negli ospedali, per quei medici, infermieri, operatori sanitari che ogni giorno contribuiscono alla cura dei nostri malati. Inoltre, anche nelle poche fabbriche che stanno lavorando la situazione si sta complicando”. Bonometti rincara facendo presente che molto spesso questo materiale è bloccato alle dogane e chiedendo l’intervento del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. E non nasconde il suo timore: “Di questo passo, tra ritardi, burocrazia ed egoismi l’uscita da questa crisi si posticiperà drammaticamente”.
Anche i medici lanciano l’allarme
Manifestano preoccupazione anche i medici segnalando, con una pubblicazione sul British Medical Journal, che il Paese si trova in una situazione drammatica. Il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, sottolinea la necessità di “sbloccare immediatamente e senza ritardi le forniture di dispositivi di protezione individuale, ma anche di eseguire test di screening a risposta rapida in maniera sistematica”. Secondo dati aggiornati al 23 marzo dall’Istituto superiore di sanità (Iss), in Italia dall’inizio dell’epidemia sono 5.211, per lo più cinquantenni, gli operatori sanitari contagiati, quasi il 10% dei casi. Mentre ogni giorno aumenta il numero dei professionisti morti a causa del coronavirus. Criticato anche il modello ospedaliero, giudicato inadeguato, con il quale si è affrontata l’emergenza sanitaria. “Errore fatale – sottolinea Anelli – è stato l’assenza di percorsi dedicati esclusivamente al coronavirus quanto ad accesso, diagnostica, posti letto e operatori sanitari”.
Piemonte in difficoltà
Difficoltà nel reperire materiale sanitario anche in Piemonte dove la procura di Torino ha aperto un’inchiesta sulla carenza di dispositivi di protezione individuale per medici e infermieri. Il governatore, Alberto Cirio, redarguisce il governo chiedendo un rapporto più diretto e continuo con i flussi di approvvigionamento da Roma. E torna a ribadire la necessità di un maggiore aiuto auspicando un ordine di priorità rapportato al bisogno effettivo e all’utilizzo da parte delle Regioni. “Una macchina ventilatoria che arriva in Piemonte – sottolinea – dopo un’ora è attaccata ad un paziente, in altre regioni, con un numero inferiore di malati, servirebbe a fare prevenzione. Mi auguro che si pensi, ora, a curare e poi a prevenire”.
(LaPresse/di Martina Coppola)