L’appello: “Gli strumenti per un cambiamento ci sono, manca la volontà politica”
NEW YORK – Ennesimo, gravissimo allarme sull’inquinamento del pianeta. A lanciarlo è un gruppo di 250 scienziati dell’Onu. Le condizioni climatiche e ambientali della Terra sono al limite, ed è l’uomo a pagarne le conseguenze.
La salute delle persone è infatti di giorno in giorno messa sempre più a a rischio.
Se non si applicano al più presto delle drastiche azioni in tutti i continenti del mondo, entro il 2050 si prevede la morte prematura di milioni di persone.
Il preoccupante rapporto Onu su clima e ambiente
L’analisi del gruppo di studiosi Onu facenti parte del Global Environment Outlook (GEO) è il frutto di un lavoro durato sei anni. I 250 scienziati, provenienti da 70 paesi diversi, hanno messo in evidenza il divario fra paesi ricchi e poveri e le conseguenze che questo porta. Fame, miserie a malattie nel Sud del mondo sono le conseguenze dell’eccesso di consumi, dell’uso di prodotti inquinanti e dello spreco che avviene nel Nord.
Milioni di persone rischiano di morire prematuramente per l’impatto che questo atteggiamento ha già causato. Ma cosa provocherà queste morti?
Già il solo inquinamento atmosferico provoca dai 6 ai 7 milioni di morti premature l’anno. Un’altra causa è l’uso eccessivo di antibiotici nei prodotti alimentari, che alimenta la resistenza dei batteri. Questa potrebbe diventare la prima causa di decessi prematuri già a partire dal 2050. “Servono azioni urgenti e ampie per contrastare questa situazione“, si legge sul rapporto dell’Onu.
Si parla di circa 9 milioni di decessi collegati all’inquinamento giù avvenuti solo nel 2015.
Sos acqua potabile
Il rapporto avverte anche che gli inquinanti nei nostri sistemi di acqua dolce possono essere una delle principali cause di morte. I prodotti chimici rilasciati nel mare sono nocivi “per diverse generazioni” e 3,2 miliardi di persone abitano su terre rovinate dall’agricoltura intensiva e dalla deforestazione.
Tra le cause di decesso più diffuse al mondo c’è il mancato accesso all’acqua potabile per 1,4 milioni di persone. Ogni anno milioni di persone muoiono per patologie che si potrebbero evitare come, ad esempio, le diarree o i parassiti presenti nelle acque contaminate.
La palla passa ai politici
“Il rapporto mostra che le politiche e le tecnologie esistono già per creare nuovi percorsi di sviluppo che evitino questi rischi e portino a salute e prosperità per tutte le persone“, affermano Joyeeta Gupta e PaulEkins, copresidenti del gruppo di lavoro Geo-6.“Ciò che manca attualmente è la volontà politica di implementare politiche e tecnologie a velocità e livello sufficienti“