PESARO – Le forze dell’ordine indagano sulla morte di Marcello Bruzzese, 51enne fratello di Girolamo Biagio, collaboratore di giustizia legato a una famiglia di ‘ndrangheta, ammazzato con una trentina di proiettili. Sono quelli che gli inquirenti hanno trovato nel suo garage dove Bruzzese aveva parcheggiato la macchina prima che i killer lo uccidessero.
La ricostruzione
Aveva due figli e viveva da tempo sotto protezione per la situazione del fratello. Secondo gli investigatori non ci sono dubbi sulla matrice mafiosa dell’accaduto. La ricostruzione effettuata dalle forze dell’ordine, infatti, sembra parlare in maniera piuttosto chiara. Due killer, con il volto coperto da sciarpe e cappelli, che hanno atteso che entrasse nel garage e, senza che la vittima si potesse rendere conto di quello che sarebbe accaduto, lo hanno colpito con una raffica di proiettili quando si trovava ancora all’interno dell’abitacolo.
Hanno agito con pistole semiautomatiche, almeno 24 i bossoli calibro 9 che sono stati ritrovati a terra dalla scientifica che si era recata sul posto per la ricostruzione dell’omicidio. Avevano pianificato tutto e hanno agito con estrema rapidità. Con altrettanta rapidità, poi, hanno lasciato quel garage probabilmente a piedi facendo perdere le proprie tracce. Le forze dell’ordine oggi sono ancora alla ricerca dei due che si sono presentati in via Bovio per uccidere Bruzzese. Sono infatti stati istituiti posti di blocco che si inseriscono in un programma ben preciso di controllo del territorio.
Il precedente
Questa volta, dunque, Bruzzese non ha avuto la stessa fortuna di quando, circa vent’anni fa, riuscì a sfuggire ad un altro attacco in cui persero la vita il padre e il cognato. Era un obiettivo dichiarato della ‘ndrangheta che, come purtroppo accade secondo leggi non scritte della malavita, non aveva mai perdonato al fratello Girolamo Biagio la scelta definitiva di pentirsi e di diventare ufficialmente dal 2000 collaboratore di giustizia.