ROMA – “Le polemiche lasciamole stare e lavoriamo per la vittoria”, afferma lei. “Saremo insieme domani sera sullo stesso palco. Gli avversari me li tengo a sinistra”, dice lui. Con l’approssimarsi del voto per le amministrative tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini arriva il momento della tregua. Quanto durerà lo deciderà l’esito della tornata elettorale.
Domani intanto i due leader di Fdi e Lega si troveranno a Verona per sostenere il bis del candidato sindaco Federico Sboarina. Con loro ci sarà praticamente l’intera coalizione visto che sono attesi il sindaco di Venezia e presidente di Coraggio Italia, Luigi Brugnaro, il presidente dell’Udc, Antonio De Poli, il presidente di Noi con l’Italia Maurizio Lupi, e il governatore del Veneto, Luca Zaia. All’appello mancherà solo Antonio Tajani visto che Forza Italia in città sostiene l’ex primo cittadino Flavio Tosi.
Il coordinatore nazionale azzurro venerdì sarà però con Meloni a Gorizia per tirare la volata al sindaco uscente, Rodolfo Ziberna. A marcare visita qui sarà invece Salvini, ‘sostituito’ dal governatore del Fvg Massimiliano Fedriga. Insomma, in agenda non c’è al momento nessun appuntamento congiunto dei tre principali leader. Salvini chiuderà infatti la campagna elettorale in Piemonte (sarà ad Alessandria dopo aver fatto tappa ad Asti e Cuneo), mentre Tajani e Meloni si recheranno entrambi in Abruzzo, a L’Aquila, seppur in momenti diversi della giornata.
La situazione non è tanto diversa nel perimetro del centrosinistra. Il presidente del M5S, Giuseppe Conte, concluderà il suo tour in giro per l’Italia a Taranto. L’ex premier venerdì sarà in Puglia, e in particolare nella provincia ionica dove visiterà quattro comuni al voto: Leporano, Sava, Mottola e appunto Taranto, dove in serata ci sarà il comizio di chiusura. Sceglie una tappa simbolica per chiudere il suo giro elettorale Enrico Letta. Il segretario Pd sarà venerdì a Sesto San Giovanni per sostenere Andrea Furegato, candidato sindaco “giovane e competitivo”.
L’appuntamento ha anche un significato valoriale: il classe ’97 dem, infatti, sfiderà la candidata del centrodestra in carica, che punta al bis, e che è salita agli onori delle cronache per una delibera che vincolava le tariffe agevolate delle mense scolastiche per i bambini stranieri a un certificato che attestasse la mancanza di ‘redditi o beni mobili e immobili registrati’. Il leader dem, insomma, chiuderà sventolando le bandiere di sempre: giovani e valori democratici, con l’impegno – sul ‘modello Siena’ che lo ha portato in Parlamento alle scorse suppletive – di tornare in tutte le città che andranno al secondo turno. “Partiamo male perché 5 anni fa abbiamo perso 26 a 6 – ammettono al Nazareno -, però il clima intorno al Pd è buono”.(LaPresse)