ROMA – Si chiude la campagna elettorale per l’inedita alleanza Pd-M5S. Le amministrative di domenica sono il primo test per la coalizione che, nell’intenzione dei leader Enrico letta e Giuseppe Conte, dovrebbe sfidare il centrodestra anche nei prossimi appuntamenti elettorali, alle regionali e soprattutto alle politiche del 2023. I due partiti sostengono un candidato sindaco comune in 18 capoluoghi di provincia su 26, compresi i quattro capoluoghi di regione: Genova, Palermo, L’Aquila e Catanzaro.
Ma le campagne del segretario del Partito democratico e del presidente del Movimento cinque stelle per il momento restano separate. Nessun evento in Comune per i due, che anche nell’ultimo giorno utile si lanciano messaggi a distanza mirati a rafforzare l’intesa, senza però rinunciare alle proprie battaglie distintive. Una cosa è certa: per entrambi la prospettiva è quella di rendere più forte l’alleanza, anche con il ricorso a primarie di coalizione.
Letta rilancia il campo largo: “Cinque anni fa scegliemmo l’autosufficienza e l’isolamento e perdemmo in 20 su 26 delle città che votano questa volta. Ho fatto una scelta diversa, quella di costruire un campo largo e una coalizione, perchè vogliamo arrivare a un buon risultato, superando i 6 capoluoghi e dimostrando di essere convincenti”, dice, mandando un messaggio anche al leader di Azione Carlo Calenda, che oggi ha espresso il suo endorsement a Letizia Moratti come possibile candidata alla presidenza della Regione Lombardia.
“Discuteremo di candidature ovviamente di centrosinistra” e “sceglieremo e discuteremo con tutti gli alleati. Sarei felice anche di discutere, con Calenda compreso, di una candidatura di centrosinistra vincente e competitiva per le elezioni regionali”, spiega il segretario dem. Più tiepido Conte, che comunque assicura che “queste amministrative sono una tappa di un percorso di dialogo che si sta rafforzando sempre più e affinando. Un percorso volto non a creare una coalizione che vinca le elezioni, ma che offra un progetto politico serio, credibile e solido di miglioramento della nostra nazione. Diamo tempo al tempo e percorriamo tutte le tappe senza saltarne una. Così il progetto sarà più solido”. Sembrano venir meno, per il momento, anche le frizioni sul tema della guerra in Ucraina.
“Sono convinto che il 21 giugno in Senato e il 22 alla Camera il Parlamento italiano sarà unito a sostegno del Governo sulla posizione che il presidente del Consiglio porterà al Consiglio europeo sul tema di come fermare l’invasione russa”, taglia corto Letta. Per il resto, allo scadere della campagna elettorale, i due leader sono molto lontani, quanto meno geograficamente.
Letta la chiude in Lombardia, a Lodi, perché lì si gioca una partita che “ha rilevanza nazionale. Conta più di Milano, conta moltissimo. Non è un caso che l’altra volta qui perdemmo e poi perdemmo le politiche. Noi siamo straimpegnati perché vincere Lodi significa vincere le Politiche del prossimo anno”, spiega il leader democratico, che “saranno elezioni in cui non ci saranno terze soluzioni, opzioni o sfumature: o noi o le destra, e non possiamo permettere di lasciare cadere il Paese in mano a Salvini e Meloni”.
Conte invece decide di concludere il suo tour elettorale a Taranto, dopo un lungo giro in provincia. Un luogo simbolo per una campagna, quella del M5S, tutta puntata sui temi del salario minimo e della transizione ecologica. Non a caso, l’ex premier oggi ricorda che “le morti su lavoro aumentano terribilmente” e “la politica deve prestare attenzione a questo grave problema”.
Ribadisce che “la competitività va sempre coniugata con la sostenibilità ambientale: Taranto è una ferita aperta nel cuore, non solo del meridione ma dell’Italia. A Taranto dobbiamo conciliare il diritto al lavoro con il diritto alla tutela della salute e dell’ambiente”, aggiunge commentando le parole del premier Mario Draghi, secondo il quale l’ex Ilva deve tornare a essere competitiva, la più grande d’Europa. Quindi rilancia le parole d’ordine: “Rafforzamento del sistema di inclusione e di giustizia sociale, intervenire sulle paghe da fame con il salario minimo” e intervenire “con un taglio del cuneo fiscale per incrementare le buste paga dei lavoratori”.
Conte commenta a caldo anche la notizia di un nuovo arresto a Palermo, questa volta del candidato nella lista di Fratelli d’Italia Francesco Lombardo. “Questa tornata elettorale a Palermo sta diventando una questione nazionale”, afferma, e “dobbiamo essere tutti sconvolti da questi arresti a distanza di due giorni, di due candidati delle liste di centrodestra perché accusati scambio elettorale politico-mafioso”, perché “c’è un’emergenza palermitana che è diventata nazionale”.
Proprio la Sicilia è un banco di prova importante per la coalizione di centro-sinistra, anche in vista delle prossime regionali. La sintesi del lavoro fatto nelle ultime settimane a Palermo la fa il candidato sindaco Franco Miceli: “Entrambi i partiti hanno fatto delle belle liste. Conte ha dalla sua parte una maggiore forza e impatto con l’opinione pubblica. Spero che entrambi in questa corsa a chi fa il primo portino più voti alla coalizione”.(LaPresse)