Ancora buio fitto sulle commissioni di garanzia e sul Copasir

La Commissione di garanzia della democrazia repubblicana è contesa tra le varie forze d'opposizione. Oggi Fratelli d'Italia ha, finalmente, chiarito di essere all'opposizione

Foto Palazzo Chigi / Tiberio Barchielli / LaPresse
di Elisabetta Graziani

ROMA (LaPresse) – Fumata bianca per la convocazione delle commissioni permanenti che inizieranno finalmente a lavorare da giovedì, tanto alla Camera quanto al Senato. Dopo più di cento giorni di stallo del Parlamento. E’ buio fitto invece sulle commissioni di garanzia di Camera e Senato. Manca l’intesa tra le forze di opposizione sulle presidenze. Con il braccio di ferro tra Pd e Fratelli d’Italia per l’aggiudicazione del Copasir.

Dopo la prima riunione a Montecitorio tra i capigruppo di Partito democratico, Liberi e Uguali, Forza Italia e Fratelli d’Italia, Fdi ha finalmente stabilito che si riconosce tra le forze di opposizione. Si tratta di un importante nodo politico, dopo il botta e risposta nelle scorse settimane tra Giorgia Meloni e Mariastella Gelmini. Tra gli obiettivi che Fi si era posta c’era appunto quello di capire da che parte stesse l’alleato politico, dopo il posizionamento neutrale nei confronti del governo penta-leghista. Ora un punto fermo è stato fissato e da lì si partirà per chiudere un accordo tra forze di opposizione con un’altra riunione in settimana.

Siamo ben oltre i tempi

Anche se i tempi per chiudere la partita si sono ormai dilatati, secondo quanto riferiscono fonti Dem, il capogruppo dei deputati Pd Graziano Delrio ha chiesto al presidente della Camera Roberto Fico di convocare le commissioni di garanzia per la prossima settimana. Il Pd infatti vorrebbe chiudere la partita al più presto e spera in un intervento della terza carica dello Stato. Lorenzo Guerini è il candidato che i Dem contrappongono a Edmondo Cirielli, nome su cui Fdi spera di portare dalla sua anche Forza Italia. Nella commissione in ogni caso andrà anche Matteo Renzi.

Se tutto andasse come sperano i Dem, i Cinquestelle – come da prassi – si asterrebbero durante la votazione e Fi appoggerebbe il candidato Pd in cambio del sostegno per la presidenza della Vigilanza Rai (papabili Maurizio Gasparri o Paolo Romani). In questo quadro la Lega rappresenta, però, un’incognita. Tra i dem si fa notare anche che Fdi ha già ottenuto due vicepresidenze di Camera e Senato oltre a un questore. Cariche che a un gruppo numericamente “sparuto” dovrebbero bastare. E nel gioco degli equilibri ci sono anche le due commissioni per le autorizzazioni. Ma l’ago della bilancia è rappresentato da Forza Italia.

Nella riunione, infatti, è stata avanzata la proposta da parte di Fratelli d’Italia di stabilire il candidato alle presidenze con l’alleato di coalizione. Ipotesi che il Partito democratico ha rimandato al mittente. Sostenendo che, nel caso del centrodestra, “la coalizione non esiste e che ogni partito conta per sé”.

Sulle permanenti resta ancora da risolvere il problema dei membri ‘eccedenti’

Vale a dire quelli in più rispetto alle proporzioni da rispettare per ciascun gruppo nelle commissioni, ma per questo c’è stata una riunione specifica martedì sera. Il toto-nomi delle presidenze segue l’alternanza Lega-M5S. In commissione Affari costituzionali ci dovrebbero essere Fabiana Dadone per il M5s e Stefano Borghesi della Lega. Per la Giustizia sono in pole Mario Giarrusso al Senato e Francesca Businarolo o Giulia Sarti a Montecitorio. Mentre Claudio Borghi (Lega) e Daniele Pesco (M5S) sono i nomi per la Bilancio, affiancati alla Finanze dalla Cinquestelle Carla Ruocco e dal leghista Alberto Bagnai. Per la commissione Antimafia è in testa il senatore ‘ortodosso’ Nicola Morra.

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