ATENE – Non accenna a diminuire l’aria di tensione che si respira in questi giorni nella Capitale greca. Gli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine sembrano diventare giorno dopo giorno sempre più accesi. È una settimana, ormai, che per le strade adiacenti i palazzi ‘istituzionali’ le manifestazioni si sono evolute in scontri piuttosto violenti.
Lacrimogeni sulla folla ad Atene
La polizia greca è anche arrivata a sparare sulla folla gas lacrimogeni nel tentativo di disperdere la protesta che si era sviluppata davanti al Parlamento contro la ratifica dell’accordo con Skopje sul nome della Macedonia. L’intervento degli agenti, che fino ad allora erano scesi in campo per tenere la situazione sotto controllo, pare essere diventato necessario per bloccare i manifestanti che hanno cercato, senza mezzi termini, di forzare un cordone. Secondo le stime provenienti dalle forze dell’ordine, sarebbero diverse migliaia i dimostranti che all’indirizzo dello stesso Parlamento e dei rappresentanti delle istituzioni hanno scandito a lungo lo slogan ‘traditori’. Il tutto, come detto, è partito qualche giorno fa dopo che il Governo locale è è il Parlamento macedone hanno ratificato un accordo assai contestato.
Il motivo della protesta
Si tratta dell’approvazione della modifica del nome della Macedonia in ‘Repubblica della Macedonia del Nord’, una decisione che apre la strada ad una risoluzione definitiva del contenzioso con la Grecia. Da Atene hanno infatti fatto sapere che la denominazione ‘Macedonia’ spetta esclusivamente alla propria provincia settentrionale. Da lì le accuse al ‘vicino’ di voler abusare della sua eredità storica e di ambire ad un allargamento territoriale. Per quel che riguarda il bilancio degli scontri, sarebbero una trentina i feriti più o meno gravi tra giovani che, incappucciati, sono entrati in contatto con la polizia locale a piazza Syntagma. Una protesta che punta a bloccare l’efficacia dell’accordo sul nuovo nome della Macedonia che il Parlamento greco dovrà ratificare entro la fine della prossima settimana.