Andiamo verso la recessione economica

L'intervento del Questore della Camera dei Deputati - Fdi Edmondo Cirielli

Foto Palazzo Chigi / Filippo Attili / LaPresse in foto Matteo Salvini
Il governo Lega-Cinque Stelle ha annunciato che entro Natale sarà approvato in Consiglio dei Ministri un provvedimento che riconosce maggiore autonomia e poteri ad alcune regioni (Veneto e Lombardia) del Nord. E’ il primo passo verso la secessione economica dell’Italia. E’ fin troppo chiaro ed evidente che si tratti di un mossa (quasi disperata) per recuperare un minimo di credibilità da parte di un esecutivo in forte difficoltà, inadeguato a rispettare gli impegni elettorali. Ma intanto il progetto di secessione economica, appoggiato da una forza politica, il M5S, che ha al Sud ha raccolto consensi enormi, avrà un impatto devastante per i cittadini del Mezzogiorno. Oltre a essere un atto di tradimento verso le comunità del Sud. Se da un lato la Lega di Salvini, con la secessione economica, svela il vero volto, di partito da sempre allergico all’unita della nazione, dall’altro il M5S svende i

Edmondo Cirielli                            Foto Roberto Monaldo / LaPresse

voti dei campani e di tutti i meridionali per mantenere la poltrona al governo. Con il riconoscimento dell’autonomia economica ad alcune Regioni si approfondirà la strada a un’inaccettabile e irreversibile disparità in tutti i settori. Ma in due in particolare: sanità e scuole. Alle regioni del sud saranno destinate sempre minori risorse con conseguenze pesanti sull’assistenza per bambini, anziani e per tutte le fasce deboli (disoccupati, donne, poveri e disabili). Il M5S vuole saldare il debito elettorale con i cittadini del Sud regalando il reddito di cittadinanza? Il governo tratta i meridionali al pari degli accattoni. Continuo a sostenere che la strada per il rilancio del Sud non sia né il reddito di cittadinanza né lo scellerato progetto dell’autonomia ma passi inevitabilmente per un vero e concreto piano infrastrutturale e per una riduzione della pressione fiscale che coinvolga tutte imprese in Italia. Un piano che punti ad annullare le distanze tra Nord e Sud su infrastrutture e servizi. Noi abbiamo bisogno di accorciare, non di non aumentare, le distanze. Di unire l’Italia. Lancio una sfida ai tanti parlamentari meridionali, eletti nelle file di Lega e M5S: dimostrate con i fatti, non a parole, di voler difendere le ragioni del Mezzogiorno, impedendo in Parlamento il progetto di secessione economica.

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