CAPUA – Legami trasversali. Carmine Antropoli, stando all’indagine della Dda, avrebbe avuto rapporti, diretti e indiretti, sia con gli Schiavone che con gli Zagaria. Ad annodarlo alla cosca di Sandokan, secondo il boss che ha guidato quella compagine dal 2004 al 2010, sarebbero stati i Verazzo. Ma l’ex sindaco avrebbe avuto relazioni anche con il gruppo di Capastorta. E si tratta di intese che andrebbero oltre la figura di Francesco Zagaria. A tracciare il link tra Michele Zagaria e Carmine Antropoli è Luigi Cassandra. L’ex assessore di Trentola Ducenta e colletto bianco del clan ha tirato in ballo il medico in un affare relativo ad un non meglio specificato supermercato.
Gli omissis
Buona parte della vicenda, raccontata da Cassandra e ascoltata dal pm Maurizio Giordano lo scorso agosto, è stata omissata. Indagini in corso. Ma le poche righe ‘scoperte’ mostrerebbero una connessione tra il chirurgo e Capastorta. “Mi disse …omissis… che quel terreno poteva essere destinato a quell’insediamento e mi aggiunse che non ci sarebbero stati problemi dal punto di vista amministrativo – ha dichiarato Cassandra – in quanto il Comune era retto da Carmine Antropoli, sua diretta espressione. Effettivamente non ci furono ostacoli: il terreno venne destinato ad attività commerciali, l’impresa che eseguì i lavori del manufatto da destinare a supermercato venne stabilita da Michele Zagaria con lo stesso …omissis… e il supermercato venne effettivamente autorizzato e realizzato negli successivi”.
In carcere
Carmine Antropoli è in carcere dal 4 febbraio scorso. Il medico, assistito dai legali Angelo Raucci, Mauro Iodice e Paolo Di Furia, è indagato per concorso esterno al clan. L’ex sindaco con Francesco Zagaria ‘Ciccio ‘e Brezza’, difeso dall’avvocato Nicola Leone, sotto inchiesta per associazione mafiosa e omicidio, fu raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere già ratificata dal Riesame. L’indagine che ha trascinato i due in cella, eseguita dai carabinieri del Nucleo investigativo di Caserta, guidati dal tenente colonnello Nicola Mirante, avrebbe fatto emergere l’esistenza di un patto politico-mafioso tra il chirurgo ed esponenti dei Casalesi in relazione alle comunali del 2016. A quelle amministrative, però, Antropoli, da sindaco uscente, non partecipò direttamente: appoggiò Giuseppe Chillemi (estraneo all’inchiesta ed innocente fino a prova contraria).
Gli indagati
Nella stessa indagine sono coinvolti a piede libero per concorso esterno al clan anche gli ex consiglieri di minoranza Marco Ricci e Guido Taglialatela, assistiti dai legali Francesco Liguori, Lorenzo Caruso e Gerardo Marrocco. Francesco Zagaria, Antropoli, Ricci, Marco De Luca e Armando Porciello sono indagati anche per violenza privata aggravata ai danni di Giuseppe Di Lillo. L’imprenditore sarebbe stato spinto a rinunciare alla sua candidatura a consigliere nella lista Capua Fidelis per far confluire i voti che avrebbe potuto incassare ad altri politici. I pm Giordano e Alessandro D’Alessio hanno già notificato agli indagati la conclusione delle attività investigativa. Adesso valuteranno se avanzare o meno la richiesta di rinvio a giudizio.