TARANTO – Una chat incastra 14 giovani per il pestaggio avvenuto a Manduria ai danni di un anziano 65enne poi deceduto per le gravi lesioni riportate. La vittima si chiamava Antonio Cosimo Stano, deceduto il 23 aprile scorso. La babygang è ora messa sotto inchiesta: 8 di loro sono ritenuti direttamente responsabili dell’aggressione.
Le riprese messe in chat
I giovani avevano ripreso il pestaggio postando poi i video effettuati con i cellulari sulla chat ‘Gli orfanelli’. Dall’esame dei filmati gli inquirenti hanno individuato i responsabili dei reati di tortura e sequestro di persona, a carico di 8 giovani, sei dei quali minori, fermati con decreto dalla procura di Taranto e dalla locale procura dei Minorenni.
Le accuse
Nel decreto non compare l’accusa di omicidio preteritenzionale ipotizzato in un primo momento ai 14 indagati, di cui 8 direttamente interessati nella vicenda, ma quello di tortura e sequestro di persona
Il decesso
Dopo aver subito numerose aggressioni, Stano scomparve dalla circolazione e si chiuse in casa, dove i poliziotti lo ritrovarono lo scorso 5 aprile in stato confusionale. Il giorno seguente, dopo aver rifiuto un primo intervento, l’uomo fu ricoverato all’ospedale di Manduria, dove morì il 23 aprile per un’emorragia gastrica, secondo i primi risultati dell’autopsia. E sarà proprio la relazione sull’esame autoptico a dover chiarire se la morte di Stano è direttamente connessa o meno alle azioni della babygang.
I reati ipotizzati
Attualmente, dopo la prima iniziale ipotesi, la procura di Taranto, guidata dal procuratore Carlo Maria Capristo, e quella per i Minorenni, guidata dalla procuratrice Pina Montanaro, nel decreto di fermo non contestano l’omicidio preterintenzionale, ma ritengono responsabili gli 8 a vario titolo dei reati di tortura, danneggiamento, violazione di domicilio e sequestro di persona aggravati