CASERTA – Politici e dirigenti: senza di loro, le ditte ‘amiche’ di Nicola Ferraro ‘Fucone’ non sarebbero riuscite a insinuarsi nel giro di appalti gestiti da Comuni e Asl (LEGGI I NOMI DI TUTTI i 27 INDAGATI). Per la Procura di Napoli si tratta di figure essenziali per l’esecuzione del disegno criminale che avrebbe ideato ‘Fucone’. E nella schiera di chi, ipotizza l’accusa, ha agito per portare a compimento queste volontà malavitose figurano Luigi Bosco, casertano, leader regionale di Azione, e Amedeo Blasotti, manager di Casoria, attuale guida dell’Azienda sanitaria locale di Caserta. In che modo? Procediamo con ordine.
La vicenda che coinvolge i due prenderebbe il via quando Paolo Onofrio, consulente della Dussman Service, presenta l’imprenditore Roberto Fiocco, titolare della Firotek, a Nicola Ferraro e Domenico Romano. L’uomo d’affari, ricostruisce la Procura, dice ai due che se lo avessero aiutato a vincere la gara che assegnava il servizio di disinfestazione dalla legionella, indetta dall’Asl di Caserta nel settembre 2022, sarebbe stato pronto a riconoscere loro il 5 percento dell’importo dell’appalto. Fiocco, stando alla tesi dell’Antimafia, indicava a ‘Fucone’ e Romano anche la strada da percorrere per riuscire nell’intento: adoperarsi per annullare il bando di gara e farne un altro ‘cucito’ sulle caratteristiche tecniche della sua azienda.
E sarebbe a questo punto che entrano in gioco, a detta dei pm, l’ex consigliere regionale e Blasotti. Ferraro, afferma la Procura, avrebbe attivato Luigi Bosco affinché parlasse con Blasotti, direttore generale dell’Asl di Caserta, per verificare la fattibilità dell’operazione, cioè annullare la gara. E, sostiene l’Antimafia, grazie al forte rapporto tra Bosco e un altro imprenditore, Giuseppe Rea, con Blasotti, proprio il manager di Casoria prima sospese la gara nel novembre 2021 e successivamente la annullava in autotutela.
Con quale motivazione? Con un pretesto, dice l’accusa, di carattere tecnico. Ottenuto l’annullamento della gara, Roberto e Barbara Fiocco, per conto della Firotek, avrebbero cominciato a costruire il contenuto del bando per farlo avere all’Asl in occasione della nuova gara. Ma il piano si arenò. Per quale ragione? Perché ci sarebbero stati già rapporti collusivi, sostiene la Dda, fra la stazione appaltante e la società A&G Multiservizi che impedirono l’assegnazione del servizio alla Firotek.
La Dda ritiene che la condotta riguardante l’ipotizzata manipolazione dell’appalto per la disinfestazione sia aggravata dalla finalità mafiosa, perché gli indagati avrebbero agito per agevolare Nicola Ferraro, riferimento imprenditoriale del gruppo mafioso Schiavone Per Blasotti è stata chiesta la misura cautelare del divieto di dimora a Caserta in relazione alla presunta turbativa d’asta, reato per il quale sono stati proposti i domiciliari per Bosco, che è accusato anche di concorso esterno al clan dei Casalesi. L’ipotizzato attivarsi dell’ex consigliere regionale per favorire ditte riconducibili a Ferraro, sostiene l’accusa, era finalizzato ad ottenere il 2 percento dell’importo degli appalti e l’assunzione, per motivi clientelari, di alcune persone presso la ditta Dussmann e presso altre società del sistema Ferraro, fra cui, dice la Dda, quelle di Giuseppe Rea.