ROMA – Il Comitato dei delegati della Cassa nazionale di previdenza dei ragionieri, presieduto da Luigi Pagliuca, ha approvato a larga maggioranza il bilancio d’esercizio dell’anno 2018, che chiude con un utile di oltre 120,4 milioni di euro (al lordo delle poste rettificative) in crescita rispetto al corrispondente risultato lordo del 2017 (108, 1 milioni).
L’andamento dei mercati mobiliari nell’ultimo trimestre del 2018 è stato un evento eccezionale, tanto da far prevedere al legislatore una disposizione nel decreto fiscale, che consente di sterilizzare tale evento eccezionale per coloro che redigono i bilanci con applicazione dei principi nazionali (art. 20-quater del D.L. n. 119/2018). Il provvedimento ha però discriminato i fondi pensioni e le Casse di previdenza, non consentendo a questi investitori istituzionali la sua applicazione.
La fase straordinaria di mercato si sta oggi ripetendo in senso contrario. Infatti le gestioni patrimoniali da inizio anno 2019 alla fine di marzo hanno fatto registrare un rendimento finanziario del +6,63% contro un rendimento del portafoglio benchmark del +7,07%.
Gli iscritti al fondo previdenziale sono pari 28.776 (compresi i pensionati attivi). Nell’anno 2018 ci sono state 769 nuove iscrizioni, di cui 624 esperti contabili.
Le pensioni erogate tra dirette e indirette rilevano 9.511 prestazioni a fronte di una stima previsionale di 9.473. L’incremento è fortemente influenzato dalle 145 pensioni in cumulo erogate nel 2018 (122 di vecchiaia, 1 indiretta e 22 pensioni anticipate). Nonostante il lieve incremento delle prestazioni (0,4% in più rispetto all’esercizio precedente), la spesa previdenziale si è attestata a 232,4 milioni a fronte di una previsione assestata di 239.7. L’accertamento delle entrate per contributi è pari a 329,7 milioni (incluse le sanzioni e gli interessi per ritardato pagamento) a fronte di una previsione assestata di 325,1 milioni.
Il patrimonio investito è pari a 2.076,7 milioni di euro a fronte di una valutazione a mercato di 2.065,9 milioni di euro.
Il rendimento finanziario delle gestioni patrimoniali mobiliari si è attestato a -5,33%, registrando una flessione più marcata rispetto all’asset allocation strategica che ha chiuso il 2018 a -4,15%. Dal conferimento dei mandati ai gestori selezionati mediante gara europea il rendimento dal 25/06/2015 al 31/12/2018 è pari a +1,74% contro il rendimento del benchmark dell’AAS che registra da inizio mandato un +2,43%.
Il risultato a consuntivo, rispetto al preventivo assestato di novembre 2018, è influenzato negativamente dalla rettifica dei valori mobiliari iscritti nel circolante, che ha comportato una svalutazione netta di 35,9 milioni a fronte dei 15 milioni stimati nel preventivo assestato e delle rettifiche dei valori finanziari (40,6 milioni meno 4,7 milioni di rivalutazioni), delle rettifiche dei crediti contributivi e locativi (47,2 milioni), nonché delle immobilizzazioni finanziarie (29,4 milioni).